proseguono le indagini

Perugia, caso Andrea Prospero: spunta un ultimo video per scagionare l’amico

Lo studente abruzzese morto il 24 gennaio, ucciso da un mix letale di ossicodone e benzodiazepine, avrebbe condiviso su una chat un filmato che sarebbe stato inviato al suo interlocutore, indagato per induzione o aiuto al suicidio

21 Mar 2025 - 12:38
 © Da video

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Andrea Prospero poco prima di morire, nel b&b di via del Prospetto, nel centro di Perugia, dove lo studente abruzzese è morto il 24 gennaio, ucciso da un mix letale di ossicodone e benzodiazepine, avrebbe condiviso su una chat un filmato che sarebbe stato inviato al suo interlocutore, che gli investigatori identificano con il 18enne romano, ai domiciliari con l’accusa di induzione o aiuto al suicidio. Un filmato in cui appaiono blister di ossicodone. Il video, secondo l’avvocato Francesco Mangano, che con il collega Carlo Pacelli assiste i familiari di Pospero, sarebbe stato girato da Andrea per dimostrare all’amico virtuale di aver cancellato le prove, in modo da non coinvolgerlo dopo la sua morte.

Così, il giovane avrebbe ripreso il gesto di gettare il cellulare che, infatti, gli investigatori ritroveranno all’interno del water del bagno della camera presa in affitto. In un successivo scambio di messaggi tra l’indagato e il terzo utente che si inserisce nella chat quando Prospero è ormai morto, riporta la Nazione, verrebbe fuori che lo studente abruzzese avrebbe dovuto spedire proprio quel cellulare "per il conto". L’utente Valemno (nickname attribuito all’arrestato) scrive di aver sbagliato a non farsi pagare prima e di aver buttato così 300euro. Preoccupazione che in quel momento, a distanza di ore dagli ultimi segnali di vita di Prospero, sembra diventare la principale. L’altro utente aveva anche chiesto di poter vedere il video, ricevendo un rifiuto.

La Procura della Repubblica di Perugia, con il capo Raffaele Cantone e con l’aggiunto Giuseppe Petrazzini, oltre all’inchiesta sul suicidio di Andrea Prospero, che ha portato a una misura cautelare e a indagare a piede libero un secondo 18enne accusato di aver fornito l’ossicodone assunto dallo studente di Informatica, sta lavorando a un secondo filone che riguarda le presunte truffe informatiche nelle quali potrebbe essere stato coinvolto lo stesso 19enne di Lanciano.

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