I due militari si difendono: "Non sapevamo nulla, dopo i Cucchi le vittime siamo noi". I legali degli agenti di polizia penitenziaria chiedono di poter citare la Difesa come responsabile civile
Due carabinieri, imputati al processo sui depistaggi per la morte di Stefano Cucchi, hanno annunciato l'intenzione di costituirsi parte civile nei confronti di altri due loro colleghi co-imputati per il reato di falso ideologico. I due militari, Colombo Labriola e Francesco Di Sano, avrebbero ricevuto dai loro superiori in grado disposizioni di modifica di alcuni atti.
"Dopo i Cucchi, siamo noi le vittime" "Non sapevamo del pestaggio - hanno spiegato i due, secondo quanto riferito dal loro avvocato, Giorgio Carta -. Dopo i Cucchi, le vittime siamo noi. C'è stata una strana insistenza nel chiederci di eseguire quelle modifiche che all'epoca non capivamo. Oggi sappiamo tutto e per questo abbiamo deciso di costituirci parte civile. Non siamo nella stessa linea gerarchica, l'abbiamo subita, erano ordini".
Labriola e Di Sano intendono costituirsi parte civile nei confronti di Francesco Cavallo e Luciano Soligo, entrambi tenente colonnello e loro superiori in grado. "L'ordine fu dato da chi, insistendo sulla modifica, sapeva qualcosa di più costringendo gli altri ad eseguirla - ha detto uno dei loro legali in aula -. Loro hanno subito un danno di immagine, come è successo per gli agenti della polizia penitenziaria".
La ricostruzione di Di Sano "Adesso non parti e modifichi l'annotazione di servizio", avrebbe detto il tenente colonnello Soligo a Di Sano. Quest'ultimo avrebbe riferito al suo legale che "quel giorno in cui eseguì la modifica era in partenza per la Sicilia, ma fu contattato da Soligo affinché prima eseguisse la modifica richiesta". "Non c'è alcun falso - ha proseguito l'avvocato - .Labriola e Di Sano non sapevano niente del pestaggio e Colombo Labriola non ha mai incrociato Cucchi. Inoltre, se non avessero eseguito gli ordini sarebbero stati puniti con reato militare che prevede la reclusione, per disobbedienza militare".
Il carabiniere Di Sano è accusato di aver modificato l'annotazione di servizio su richiesta di Soligo. Labriola all'epoca era comandante della stazione di Tor Sapienza, dove dopo il fermo aveva passato la notte Cucchi. "Labriola non fu neppure informato quando Cucchi fu portato nella sua stazione", ha precisato l'avvocato.
Legali penitenziaria: "Difesa sia citata come responsabile civile" Intanto l'avvocato Diego Perugini, legale di uno dei tre agenti della penitenziaria assolti in via definitiva al primo processo Cucchi, ha chiesto "di poter citare come responsabile civile il ministero della Difesa in quanto organo di riferimento dell'Arma dei carabinieri". Alla richiesta si sono associati i legali degli altri agenti della penitenziaria. Il ministero della Difesa è anche parte civile bello stesso processo.