Il ministro dell'Interno apre in diretta Facebook l'avviso di garanzia e attacca i giudici: "Io sono stato eletto, loro no". Bonafede: "Salvini non ci faccia tornare alla Seconda Repubblica". Anche Di Maio si smarca
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha ricevuto l'avviso di garanzia con il quale il Tribunale di Palermo gli contesta il reato di sequestro di persona aggravato, correlato alla vicenda dei migranti trattenuti alcuni giorni, ad agosto, sulla nave Diciotti. Il ministro ha aperto in diretta Facebook la busta inviata dalla Procura di Palermo: "Sospetto che qualcuno voglia fermarmi".
"Interrogatemi domani, vengo a piedi a Palermo a spiegare cosa ho fatto, mi costituisco - ha commentato il ministro -. Sui 100 immigrati che io avrei sequestrato, 75 sono spariti. Io ho sequestrato delle persone che sarebbero scappate dalla guerra e che a fronte di accoglienza garantita, vitto, alloggio, pane e salame, doccia, telefono come hanno risposto? Spariti. Vorrei sapere dai Saviano, dai Renzi, dai Gad Lerner, dai Santoro cosa pensano". Salvini ha quindi sottolineato che "se domani in Italia dovesse arrivare un'altra nave di clandestini, in Italia non sbarca".
Scontro con la magistratura - "Qui - ha proseguito il vicepremier - c'è la certificazione che un organo dello Stato indaga un altro organo dello Stato. Con la piccolissima differenza che questo organo dello Stato, pieno di difetti e di limiti, per carità, è stato eletto, altri non sono eletti da nessuno". Parole che hanno subito innescato la reazione dell'Anm, secondo cui siamo davanti a "un chiaro stravolgimento dei principi costituzionali, che assegnano alla magistratura il compito e il dovere di svolgere indagini anche nei confronti di chi è titolare di cariche elettive o istituzionali". Anche il presidente del Csm, Giovanni Legnini, ha espresso "forte preoccupazione" per espressioni "che si pongono in contrasto con il doveroso rispetto delle prerogative che si deve a ciascuno dei poteri dello Stato".
Bonafede e Di Maio si smarcano - Dall'attacco di Salvini alla magistratura ha preso le distanze il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. "Rievocare toghe di destra e di sinistra - ha spiegato - fuori dal tempo. Non credo che Salvini abbia nostalgia di quando la Lega governava con Berlusconi. Chi sta scrivendo il cambiamento non può pensare di far ritornare l'Italia nella Seconda Repubblica". Anche il vicepremier Luigi Di Maio si smarca, sottolineando che "sulla Diciotti sapevamo che le decisioni erano decisioni forti, ma noi le rivendichiamo come governo e abbiamo dato il nostro sostegno. Detto questo non si può dare sostegno alle accuse ai magistrati".
Renzi all'attacco: "Salvini sta farneticando" - "Le dichiarazioni del ministro dell'Interno Salvini sono farneticanti. Come al solito mi tira in ballo e cerca di fare la vittima, ma l'idea che chi è stato eletto o siede al governo possa violare tranquillamente la legge è aberrante", ha scritto Matteo Renzi su Facebook aggiungendo che "Salvini butta tutto sulla questione immigrazione per un calcolo politico. Sa che la Lega deve restituire 49 milioni, quindi prova a diventare un martire".