L'esisto negativo dell'apertura delle due tombe nel Cimitero Teutonico non lascia spazio a ipotesi. "Emanuela lì non c'era", afferma il direttore della comunicazione della Santa Sede
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L'apertura di due tombe nel Cimitero Teutonico prova la falsità dell'ipotesi che Emanuela Orlandi fosse sepolta lì e, di fatto, "smentisce" l'esistenza di un giallo legato al caso della ragazza di misteriosamente scomparsa nel giugno 1983. E' quanto afferma il direttore editoriale del dicastero per la Comunicazione del Vaticano, Andrea Tornielli: "Non è giusto parlare del giallo della morte delle principesse".
"Verranno fatti degli accertamenti documentali per capire se nella ristrutturazione negli Anni Sessanta, come è probabile, alcuni resti siano stati traslati in qualche ossario comune. Ma il dato è che Emanuela lì non c'era", dichiara Tornielli.
"L'apertura delle tombe è vicinanza, non ammissione" - La decisione di aprire entrambe le tombe "ha rappresentato un segno di particolare attenzione e di vicinanza umana e cristiana agli Orlandi", sottolinea Tornielli. "Non certo, come è stato detto, un'ammissione da parte vaticana di un possibile coinvolgimento nell'occultamento di un cadavere". A parlare di "ammissioni" di possibili responsabilità interne al Vaticano era stato Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, parlando con i giornalisti all'uscita dal Camposanto Teutonico.