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Caso Matacena, la segretaria di Scajola: "Era pazzo per Chiara Rizzo"

Il memoriale di Roberta Sacco, collaboratrice dell'ex ministro dell'Interno: "Fiori e incontri segreti, la faceva seguire ovunque"

31 Mag 2014 - 14:20
 © dal-web

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Incontri "riservati", fiori inviati anche durante i viaggi, biglietti per il Festival di Sanremo, persino una sorta di pedinamento con informazioni su tutti gli spostamenti: dal memoriale consegnato da Roberta Sacco, ex segretaria di Claudio Scajola, emerge una vera e propria ossessione per la moglie dell'ex deputato e latitante Amedeo Matacena. "Ero complice - ha scritto la Sacco alla Dda di Reggio - e a disagio con la moglie di Scajola".

Scajola, come logico, chiedeva alla Sacco una assoluta riservatezza, consegna rispettata a dispetto delle molte indicazioni che riceveva a proposito della Rizzo. Tra queste, anche spostamenti e tragitti compiuti per accompagnare "Lady Matacena" agli appuntamenti con Scajola o in altri posti. Ma quello che colpisce, dalle memorie della segretaria, è un vero e proprio controllo attuato dall'ex ministro sui movimenti della sua protetta, con tanto di verifiche sulla targa della sua Porsche Cayenne e pedinamenti compiuti dagli uomini della scorta di Scajola, morboso fino alla gelosia: la Sacco, tra i diversi episodi, ha ricordato una verifica che ha dovuto compiere per sapere se su un volo preso dalla Rizzo ci fosse a bordo anche il costruttore Francesco Bellavista Caltagirone, sospettato di intrattenere una relazione con la donna.

Non solo vicende di "cuore", tuttavia, nel memoriale nelle mani della Dda: Roberta Sacco ha anche rivelato di essere a conoscenza di "difficoltà economiche avute da Scajola nell'ultimo periodo: "Aveva sforato i fidi concessi dalle banche".

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