Nel documento, composto da circa duecento pagine, non si farebbe riferimento a un congelamento del corpo. La donna potrebbe essere morta, quindi, lo stesso giorno in cui si persero le tracce
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Nel caso Liliana Resinovich ci sarebbe un coinvolgimento di terze persone, ipotesi che dunque escluderebbe la tesi del suicidio. È quanto risulta da una prima analisi della perizia medico-legale sulle spoglie della donna, di 63 anni, scomparsa a Trieste il 14 dicembre 2021 e il cui cadavere fu trovato il 5 gennaio 2022. Nel documento, composto da circa duecento pagine, non si farebbe riferimento a un congelamento del corpo. Liliana Resinovich potrebbe essere morta, quindi, lo stesso giorno in cui si persero le tracce.
"C'è tanta desolazione e c'è tanta amarezza alla luce di questo risultato perché per affermare l'evidente abbiamo dovuto impiegare oltre tre anni. Adesso siamo sicuri che inizierà nuovo corso e che Lilly, questa donna che è stata in molti momenti un po' maltrattata perché si pensava fosse squilibrata, è stata invece oggetto di una brutale aggressione. Siamo però fiduciosi e siamo sicuri che il tempo perso sarà recuperato dagli importanti professionisti della Procura e che presto avrà un nome e un cognome chi l'ha bestialmente aggredita". È il commento dell'avvocato Nicodemo Gentile, che assiste Sergio Resinovich, fratello di Liliana, ed è presidente dell'associazione Penelope.