"Ho seguito le procedure", dice la donna. Ma il direttore generale dell'Usl dove lavorava ribatte: "Falso, le chiederemo i danni"
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"Sono da sempre favorevole ai vaccini. E li ho sempre somministrati applicando tutti i protocolli previsti". Si difende così Emanuela Petrillo, 30 anni, l'assistente sanitaria dell'Usl 2 di Treviso dopo il caso delle finte vaccinazioni. Tramite il suo legale, l'avvocato Paolo Salandin, la donna respinge ogni accusa e nega di aver fatto finta di effettuare le iniezioni di vaccino ai bambini.
Il direttore generale dell'Usl 2 Francesco Benazzi, però, insiste. "Abbiamo fatto il test degli anticorpi su 26 bambini vaccinati dall'assistente e in 23 casi l'esisto è stato negativo, quindi non è stata riscontrata la presenza del vaccino", dice a Il Gazzettino.
"Forse - aggiunge - non ci sarà un profilo penale, ma dal punto di vista amministrativo siamo sicuri che la nostra dipendente ci ha recato un danno gravissimo non svolgendo i suoi compiti, compromettendo l'immagine dell'azienda e costringendoci a spese non previste. Penso che si arriverà al licenziamento. E le chiederemo i danni, che abbiamo quantificato in 100mila euro".