Nei messaggi, rivolti ai genitori, parole di dolore: "Ho scoperto cose orribili dentro di me". Il sospetto: scritti per annunciare il suicidio
"Fate una festa per il mio funerale. Vorrei una cerimonia laica, fiori, canzoni di Dalla. Bei ricordi". Parole piene di inquietudine quelle ritrovate dagli inquirenti, in un albergo del quartiere Collatino, a Roma. I messaggi, scritti con una grafia confusa, sarebbero attribuibili al pr romano Marco Prato: presunto carnefice, in concorso con Manuel Foffo, del giovane Luca Varani.
Prato si era infatti recato in albergo, a ridosso dell'omicidio, ed è lì che gli investigatori hanno trovato i biglietti rivolti ai genitori. "Perdonatemi, non ricordo, sono stanco e una persona orribile. Ricordate solo il bello di me. Vi amo". L'impressione è che si trattasse di una preparazione al suicidio, ma nulla va dato per certo, nonostante i contenuti sembrino molto espliciti in tal senso.
"Buttate il mio telefono e distruggete il mio computer, nascondono i miei lati più brutti. Non indagate sui miei risvolti torbidi". Tutte espressioni che, allo stato attuale, rafforzano i sospetti degli inquirenti.