Gli attivisti festeggiano: "Anche la Corte suprema rigetta il ricorso per il sequestro". "Riconosciuto il valore sociale di molti di questi spazi sottratti al degrado": ha affermato Paolo Cento di Sinistra italiana
Gli edifici occupati da centri sociali che svolgono iniziative di utilità sociale con "l'acquiescenza" del proprietario dello stabile, ingenerando il convincimento della "legittimità dell'occupazione", non possono essere sgomberati. Lo ha stabilito la Cassazione respingendo la richiesta di sequestro del centro sociale "Tempo Rosso", nel Casertano, i cui attivisti sono impegnati nella lotta all'inquinamento della "terra dei fuochi".
Gli attivisti del centro sociale "Tempo Rosso" hanno subito accolto la sentenza della Corte suprema: "E' stato rigettato il ricorso della Procura di Santa Maria Capua Vetere". E su Facebook scrivono: "Ora attendiamo le motivazioni per vedere se sono state accolte le istanze dei nostri avvocati". "Nella provincia del malaffare, del deserto ambientale e sociale, e dell'ipocrisia istituzionale, essere Tempo Rosso è per noi la nostra maniera di esistere e resistere qui, a testa alta e senza mai fare un passo indietro", concludono.
Paolo Cento: "Riconosciuto il valore sociale" - "La sentenza della Cassazione sulla vicenda di un centro sociale della Campania riconosce finalmente il valore sociale e pubblico di molti di questi spazi sottratti al degrado e all'abbandono". Lo afferma Paolo Cento di Sinistra Italiana-Liberi e Uguali, commentando la sentenza della Suprema Corte resa nota oggi. "Il no agli sgomberi nei casi riconosciuti di valore pubblico delle proprie attività stabilito dalla cassazione richiede ora - conclude - uno stop immediato al piano di sgomberi annunciato dal ministro Salvini nelle grandi città a partire da Roma".