La sentenza: "Procedura facoltativa che dipende dalla pericolosità del soggetto"
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Il tribunale di Cassazione di Roma ha confermato in via definitiva la condanna a tre anni di carcere, ma ha respinto la domanda d'espusione per un marocchino, da tempo residente a Milano, perchè non è stata dimostrata la sua pericolosità sociale. E' questa le decisione della Sesta sezione penale della Suprema Corte che s'è espressa in merito alla vicenda riguardante un immigrato colpevole di violenze ripetute sulla moglie.
Il marocchino è stato considerato responsabile di maltrattamenti e lesioni personali aggravate, grazie alla testimonianza della donna e dei numerosi referti rilasciati dal Pronto soccorso. Ma le botte ricevute dalla vittima, anche durante la 32esima settimana di gravidanza, non sono state sufficienti per procedere con l'allontanamento.
"L' espulsione dello straniero dal territorio dello Stato, nel caso di condanna superiore a 2 anni - sostiene infatti la Corte - costituisce una misura di sicurezza personale di carattere facoltativo applicabile dal giudice solo nel caso in cui abbia verificato la sussistenza in concreto della attualità della pericolosità sociale".