Confermata la sentenza d'Appello di Brescia. Il custode scolastico aveva presentato il ricorso dopo il licenziamento perché, a suo dire, "le pulizie non erano di sua competenza"
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Se non fa le pulizie a scuola, il bidello è da licenziare. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione nei giorni scorsi pronunciandosi in merito a un inserviente scolastico in servizio all'epoca nella Bergamasca. L'uomo sosteneva che le pulizie non fossero “di sua competenza” e che il suo ruolo fosse dedicato solo “all’accoglienza e alla sorveglianza degli alunni”.
Il protagonista della vicenda si era opposto alla sentenze di primo grado del Tribunale di Bergamo e della Corte d’Appello di Brescia e aveva presentato il ricorso alla Cassazione. Il ministero dell’Istruzione ne aveva richiesto il licenziamento dopo le continue segnalazioni di professori e studenti per la mancata pulizia delle aule. Il custode si era difeso sostenendo di non aver agito “in modo intenzionale”.
Ma la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello, sottolineando che il rifiuto da parte del bidello di svolgere la mansione di pulizia fosse “reiterato e assolutamente ingiustificato” e rappresentasse “una violazione grave, influente sull’organizzazione dell’attività del plesso scolastico”.