Il caso

Castello delle Cerimonie, il Comune di Sant'Antonio Abate (Napoli) revoca le licenze alla "Sonrisa" ma interviene il Tar

Sospeso, fino al prossimo 9 gennaio, il provvedimento per l'esercizio di attività alberghiera e contestuale cessazione delle attività alberghiera e di ristorazione per "La Sonrisa"

13 Dic 2024 - 21:03
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La settima sezione del Tar della Campania ha sospeso, fino al prossimo 9 gennaio, la revoca delle licenze per l'esercizio di attività alberghiera e contestuale cessazione delle attività alberghiera e di ristorazione per "La Sonrisa", il cosiddetto Castello delle Cerimonie. A dare notizia della revoca delle licenze era stata Ilaria Abagnale, sindaca di Sant'Antonio Abate, comune della provincia di Napoli dove si trova la struttura, nota anche per alcuni format tv.

I giudici amministrativi nel decreto ritengono che "sia opportuno disporre la sospensione del provvedimento impugnato fino alla camera di consiglio del 9 gennaio 2025, al fine di consentire la prosecuzione dell'attività commerciale" e "unicamente in relazione agli eventi già programmati" (di cui viene indicato un elenco) e "alle prenotazioni alberghiere già effettuate, con esclusione di ogni altra ulteriore attività". Al Comune viene ordinato "di controllare il rispetto dei termini della presente misura cautelare".

La posizione del Comune

 Ilaria Abagnale, sindaca di Sant'Antonio Abate, comune della provincia di Napoli dove si trova il cosiddetto Castello delle Cerimonie, poche ore prima l'intervento del Tar, aveva fatto sapere che "come comunicato nelle scorse settimane, è stato notificato il provvedimento di revoca delle licenze per la ristorazione e per l'albergo alle tre società che hanno gestito finora il complesso immobiliare denominato 'Grand Hotel La Sonrisa', in vista della completa acquisizione del bene a patrimonio comunale".

Alle tre società coinvolte era stato notificato il provvedimento di revoca delle due licenze di pubblico esercizio e per l'esercizio dell'attività alberghiera, con "contestuale cessazione delle attività alberghiera e di ristorazione". 

"In caso di mancata ottemperanza, anche parziale, del provvedimento - si leggeva, dunque, nel provvedimento notificato dagli Uffici comunali abatesi - si procederà alla chiusura forzata dei locali mediante l'apposizione di sigilli". "Con questo provvedimento - aveva spiegato Abagnale - prosegue il complesso iter per la completa acquisizione del bene a patrimonio comunale, in esecuzione di una sentenza definitiva che prevede la confisca per il reato di lottizzazione abusiva. Tutte le operazioni stanno proseguendo, anche sulla base del confronto sempre aperto con la Prefettura di Napoli e con la Procura Generale, costantemente informate degli sviluppi".

"Nelle prossime settimane - aveva annunciato poi la sindaca di Sant'Antonio Abate - il Consiglio Comunale sarà chiamato a pronunciarsi sui primi atti d'indirizzo per il futuro degli immobili e dell'area di circa 44mila metri quadrati che entreranno a far parte delle proprietà del Comune abatese. Un primo passo per dare nuova vita a quell'area - aveva concluso il primo cittadino - seguendo i dettami della sentenza della Corte di Cassazione, che ha indicato come alternative la demolizione o il recupero del compendio immobiliare attraverso una pianificazione".

Tutte le attività sarebbero, dunque, dovute cessare, ma l'intervento del Tar ha sospeso la decisione fino a dopo le Feste.

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