Per gli inquirenti dietro al gesto ci sarebbe la sua famiglia, che non avrebbe "gradito" la decisione di diventare collaboratore di giustizia
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Manifesti funebri a scopo intimidatorio. E’ successo ad Adrano (Catania), dove il necrologio di Valerio Rosano, un collaboratore di giustizia di 26 anni, è stato affisso sui muri nel paese. Secondo gli inquirenti, a scrivere gli annunci sarebbe stata la famiglia del giovane, vicina alla cosca mafiosa Santangelo. Il clan non avrebbe "gradito" la sua decisione di pentirsi.
Le minacce - Il giovane si è dissociato dall’organizzazione criminale dopo una condanna a 14 anni di carcere per traffico di droga e, da alcuni mesi, sta rendendo spontanee dichiarazioni alla procura distrettuale di Catania. Il messaggio minaccioso potrebbe essere un modo per zittirlo. E anche l’annuncio, che colloca il finto funerale nella via dove ha sede il commissariato di Polizia, sembra alludere al recente pentimento di Rosano.
Il ruolo della famiglia - Ma gli investigatori non escludono altre piste. Dietro ai finti necrologi potrebbe esserci la famiglia del 26enne, vicina al potente clan mafioso Santangelo. E’ possibile, quindi, che i manifesti listati a lutto siano un modo plateale per prendere le distanze dal pentito.
Indagini in corso - La polizia, coordinata dalla procura di Catania, ha rimosso e sequestrato i manifesti. Gli inquirenti stanno vagliando le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza per risalire all’autore del gesto.