Speciale Il caso Giulia Cecchettin
DOPO L'UDIENZA

Cecchettin, il legale: "Certificate le accuse, niente attenuanti a Filippo Turetta"

Secondo l'avvocato "non c'è pentimento" e nemmeno "rispetto per la vittima e la famiglia": si tratta, ha detto, di "un delitto di una straordinaria e lucida ferocia e gravità"

26 Ott 2024 - 15:30
 © Ansa

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Nel processo a Filippo Turetta "l'udienza di venerdì ha certificato in tutto le imputazioni e le aggravanti". Lo dice l'avvocato della famiglia Cecchettin Stefano Tigani definendo l'omicidio di Giulia un delitto "di una straordinaria e lucida ferocia e gravità, uno dei più terribili per il nostro territorio, ma altresì circostanziato da un atteggiamento processuale inaccettabile di cui si dovrà tenere conto". Turetta quindi, afferma il legale, "non merita alcuna attenuante, non ce ne sono proprio i presupposti. Non c'è pentimento, non c'è presa di distanza dall'illecito. Non c'è rispetto per la vittima e la famiglia. Nulla di nulla". 

"Turetta ha mentito fin dall'inizio"

 "L'imputato ha peraltro mentito sin dall'inizio - continua l'avvocato -, e persino il memoriale, che nelle sue intenzioni dichiarate doveva essere un atto di trasparenza, è imbarazzante così come lo è stato il suo esame". Turetta ha infatti presentato una memoria di 80 pagine per ricostruire la vicenda. 

Lacrime "versate per se stesso"

 Sulle lacrime versate dall'imputato durante l'interrogatorio, il legale dice che "le ha versate solo per se stesso dal mio punto di vista. Di fronte a ciò credo che ci si aspetti una risposta adeguata. E io sono convinto che la Corte saprò ben giudicare. Un ringraziamento va fatto al pm Andrea Petroni per come ha condotto indagine ed esame. Per ciò che concerne Gino, nessuno può capire come si senta. Io gli sono vicino, come tutta l'Italia". 

"Turetta vuole evitare l'ergastolo"

 All'indomani dell'udienza in cui Filippo Turetta ha deposto in aula sull'omicidio di Giulia Cecchettin, ha parlato anche l'avvocato Nicodemo Gentile, difensore di parte civile di Elena Cecchettin, sorella di Giulia.  "Turetta vuole evitare l'ergastolo e così omette, consegna prospettazioni inverosimili, compie marce indietro, che spesso offendono l'intelligenza media. Non c'è spazio per indulgenze perché Giulia poteva essere salvata e invece, Turetta, 'giudice clandestino', l'ha condannata a morte solo perché non rispondeva più alle sue aspettative", ha detto. 

Legale di Turetta: "Prevedo una pena di giusta severità"

 Giovanni Caruso, che è invece il difensore di Filippo Turetta, ha detto di prevedere una "commisurazione della pena della giusta severità" anche se, spiega Caruso, "che i processi per reati come i femminicidi vengano definiti con l'ergastolo è abbastanza frequente". Il faccia a faccia di venerdì con i giudici era una condotta che il legale aveva stabilito con Turetta, una condizione per garantirne il proseguimento della difesa. Così come l'idea di scrivere di suo pugno il memoriale di 80 pagine depositato nella stessa giornata. "E' stato un adempimento molto duro, sofferto, per tutti - aggiunge il legale - ma era un passaggio che ho ritenuto doveroso, che andava fatto e sul quale ho insistito".  Quali erano - si chiede poi Caruso - "le possibilità per metterlo in buona luce? Non esistono". Per questo, secondo il legale, "è inevitabile possa arrivare una pena pesante, auspico sia una pena di giustizia".
 

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