Il Santo Padre ha però spiegato che essendo una disciplina, e non un dogma, con il tempo potrà essere rivisto
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Sul celibato sacerdotale, Papa Francesco chiarisce: "Non sono ancora pronto a rivederlo, ma ovviamente è una questione di disciplina, che oggi c'è e domani può non esserci, e non ha niente a che vedere con il dogma". Il Santo Padre lo afferma in un'intervista al sito argentino Perfil, rilasciata in occasione dei dieci anni del suo pontificato e rilanciata anche dal portale della Santa Sede Vatican News. Papa Bergoglio ribadisce dunque quanto affermato a un altro sito argentino, in cui diceva che il celibato per i sacerdoti, essendo una "prescrizione temporanea", potrebbe essere modificato.
Rispondendo alle domande del giornalista Jorge Fontevecchia, co-fondatore di Perfil, sulle varie questioni teologiche e disciplinari nella Chiesa, come i sacramenti ai divorziati risposati e il matrimonio tra persone omosessuali, il Papa ribadisce che "tutti sono figli di Dio e ognuno cerca Dio e lo trova, nel modo in cui può. Dio tiene lontani solo i superbi, il resto di noi peccatori è in linea".
Tornando al giorno della sua elezione, il 13 marzo di dieci anni fa, il Papa ricorda le emozioni provate nel momento dell'annuncio: "Ci si difende non volendo sentire. Quando alla penultima, la prima del pomeriggio, quando era quasi chiaro che sarebbe finita male (sic), il cardinale Hummes e' venuto dietro di me e mi ha detto: 'Non aver paura, è stata opera dello Spirito Santo'. Un grande uomo, il cardinale Hummes. E quando fui eletto, avevo i due terzi, e le votazioni seguirono, Hummes si avvicinò e mi disse: 'Non dimenticare i poveri'. Ed è da lì che è nato il nome Francesco. Hummes mi ha accompagnato con quei due gesti", racconta Bergoglio.
Durante l'intervista, spazio anche alle questioni economiche, il Papa risponde riproponendo la visione sociale della Chiesa e indicando che "oggi le cose sono andate oltre, e si può dialogare molto bene con l'economia e raggiungere passi di comprensione o formule che vanno bene. D'altra parte, non è possibile avere un buon dialogo con la finanza. La finanza è gassosa, l'economia è concreta".
Sul tema dell'immigrazione, Francesco insiste sul fatto che "oggi, purtroppo, ci sono Paesi sfruttatori e Paesi sfruttati, che ci piaccia o no. E purtroppo non c'è un'assenza di frontiere, c'è un'assenza di frontiere formale, ma non un'assenza di frontiere reale, perché all'interno dell'Europa ci sono anche differenze che sono frontiere. Io la immagino non come un'uniformità, o una questione di immagine, ma come la ricchezza di ogni Paese, di ogni popolo, di ogni continente che si scambia".
Infine una riflessione sui sacerdoti, sulla loro missione pastorale e sul continuo richiamo a essere "pastori con l'odore delle pecore". "Si può essere pastori con l'odore delle pecore qui in Vaticano?", chiede l'intervistatore. "Sì, certo", replica il Pontefice, e ricorda l'esempio del cardinale Casaroli che ai tempi di Giovanni XXIII, oltre al suo proficuo lavoro di alto diplomatico, visitava anche un carcere minorile la domenica: "Questa è la grande politica ecclesiale della Chiesa".