"Striscia La Notizia" torna a parlare di questo fenomeno sempre più diffuso
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Nelle carceri italiane circolerebbero illegalmente diversi cellulari per i detenuti che permetterebbero loro di comunicare tranquillamente con l'esterno. "Striscia La Notizia", dopo aver mostrato delle dirette social avviate con gli smartphone da parte di alcuni ragazzi all'interno delle loro celle, torna a occuparsi del caso con il supporto di Emilio Fattorello, segretario regionale dell'organizzazione sindacale autonoma della polizia penitenziaria.
L'inviato di "Striscia La Notizia" Luca Abete mostra alcuni video in cui non solo verrebbe evidenziato il possesso illecito di smartphone da parte di alcuni detenuti, ma sarebbe addirittura ostentato sui social. Nel corso di una diretta su TikTok, per esempio, un detenuto canta a squarciagola, spiega di avere due cellulari e parla di droga. Un altro, invece, sempre in un video sui social, risponde a un utente che gli chiede se usare lo smartphone sia consentito in carcere: "I telefoni non si potrebbero avere in teoria, ma in pratica lo sanno che ci sono e fanno anche comodo. È normale li portano loro proprio, si devono mettere i 3500 euro in tasca, no? Siamo sotto Natale". Secondo il racconto di questi detenuti, dunque, sarebbero proprio gli agenti della polizia penitenziaria a procurargli gli smartphone in cambio di 3500 euro.
Il programma di Canale 5 approfondisce così il caso con il segretario regionale (Campania) dell'organizzazione sindacale autonoma della polizia penitenziaria Emilio Fattorello che spiega: "Noi condanniamo i colleghi infedeli perché mettono a rischio anche la nostra vita. Entrano, purtroppo, anche dalla parte dei famigliari: abbiamo trovato telefonini confezionati in scatole sigillate degli alimenti". E prosegue: "C'è un traffico tale per cui si vendono le telefonate e si ordinano le estorsioni. Ci sono detenuti che gestiscono il possesso del telefono portando adepti e detenuti più deboli che hanno bisogno di fare delle chiamate". "Noi ci sentiamo minacciati perché i detenuti sono in possesso dei nostri indirizzi e addirittura conoscono i componenti delle nostre famiglie. Se non avessero i cellulari, logicamente saremmo più tranquilli", conclude Fattorello.