Secondo la difesa non sono stati rispettati gli accordi per l'estradizione fra Italia e Brasile, che prevedevano 30 anni di carcere
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Davide Steccanella, l'avvocato di Cesare Battisti, ha presentato il ricorso in Cassazione per chiedere l'annullamento della sentenza della Corte d'Assise d'Appello che aveva confermato la pena dell'ergastolo. Secondo Steccanella, l'accordo di estradizione fra Italia e Brasile non prevede l'ergastolo perché nel paese sudamericano non esiste il carcere a vita. La pena dovrebbe essere convertita in 30 anni di reclusione.
A sostegno della tesi della difesa, l'avvocato ha anche riportato un passaggio degli accordi in cui si dice in modo chiaro che "il termine di 30 anni di detenzione appare perfettamente compatibile con l'ordinamento giuridico interno". Per questa ragione sarebbe da ritenere illegittima la sentenza in cui si confermava il carcere a vita per Battisti. Secondo la Procura Generale, però, l'ex terrorista dei Pac non è stato estradato dal Brasile: la cattura è avvenuta in Bolivia e, di conseguenza, l'uomo è stato espulso da uno stato in cui era entrato illegalmente e per questa ragione non varrebbero gli accordi stipulati tra Italia e Brasile.
La battaglia legale sulla pena che Battisti dovrà scontare in carcere si gioca quindi sull'interpretazione del documento con il quale l'Italia aveva ottenuto l'estradizione del terrorista: se la Cassazione riterrà valido e "perfezionato" l'accordo del 2017, come sostiene la difesa, allora la pena dovrà essere convertita in 30 anni di carcere. Nel caso in cui la Suprema Corte non ritenga che ci siano degli errori di diritto da parte della Corte d'Assise d'Appello, allora sarà confermato l'ergastolo. Con la conseguenza che non sarebbero nemmeno garantiti i benefici penitenziari.
C'è poi anche un'altra violazione che sottolinea l'avvocato Steccanella: all'ex terrorista non è stata concessa la possibilità di rivolgersi a un tribunale per valutare la legittimità della sua espulsione. Secondo il Patto internazionale sui diritti civili delle Nazioni Unite, infatti, chiunque venga privato della propria libertà ha il diritto di rivolgersi a un giudice, se ritiene che la cattura sia stata illegale. Una opportunità che Battisti non ha potuto sfruttare dato che è stato immediatamente consegnato alla polizia italiana.