TERRORISMO

Cesena, si addestrava per il jihad: fermato 24enne

L'uomo di origine marocchina è accusato di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale

26 Set 2023 - 13:01
 © Ansa

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A Cesena un 24enne italiano, di origine tunisina, è stato fermato dalle Digos di Bologna e Forlì con l'accusa di arruolamento passivo con finalità di terrorismo internazionale. Il giovane si era radicalizzato per andare a combattere per il jihad in Siria e in Iraq. L'indagine, iniziata a luglio da informazioni dell'Aise, ha accertato come il giovane avesse intrapreso un percorso che lo ha portato ad aderire all'estremismo islamico: manteneva contatti virtuali con esperti religiosi dell'Isis, vedeva ossessivamente scene di jihad e ascoltava sermoni "nasheed" (un tipo di canto religioso islamico) dedicati al martirio.

Era pronto a partire

 Il 24enne che vive a Cesena aveva inoltre preso contatti con un "facilitatore", una persona che avrebbe agevolato il viaggio e il reclutamento nel circuito jihadista e intensificato il suo addestramento fisico. Faceva l'elettricista per guadagnare i soldi necessari per partire in Medio Oriente.

L'avvio delle indagini

 Le indagini sono cominciate il 29 luglio e il 24enne è stato fermato dalla Digos il 20 settembre, nemmeno due mesi dopo, perché era pronto a prendere un aereo per la Turchia e per poi spostarsi in Siria. Non aveva ancora comprato i biglietti, ma aveva già studiato il percorso, come ha sottolineato il responsabile della Digos di Bologna, Antonio Marotta. Negli ultimi anni l'aspirante jihadista aveva vissuto in Inghilterra e gli investigatori di Bologna e Forlì hanno cominciato a pedinarlo e intercettarlo appena atterrato a luglio nel capoluogo emiliano-romagnolo e fino al suo arrivo a Cesena, dove vivono la madre e alcuni fratelli. In Inghilterra, invece, si trovano altri suoi familiari.

Formazione avvenuta online

 La sua formazione è avvenuta tutta online, sui social network, tramite video di addestramento, attentati e indottrinamento. Diverso il materiale audio e video trovato dagli investigatori nel suo computer, che è stato sequestrato, così come il cellulare.

Arruolamento passivo

 La contestazione di "arruolamento passivo" per fini di terrorismo internazionale da parte della Procura di Bologna parte dalla giurisprudenza di Cassazione in materia. Per i giudici della Suprema Corte "non è necessaria la prova del 'serio accordo' con l'associazione" ma "è invece sufficiente la prova della integrale disponibilità del neo-terrorista al compimento di tutte le azioni necessarie al raggiungimento degli scopi eversivi propagandati dall'associazione". La natura "individuale" dell'arruolamento - ipotesi di reato diversa dalla partecipazione ad associazione terroristica - non necessita che sia avvenuta "l'accettazione della richiesta" di entrare a far parte dell'organizzazione ma" è sufficiente la messa a disposizione incondizionata del neo-arruolato alla commissione di atti terroristici". 

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