La denuncia. "Dopo 7 mesi dall’accaduto mia figlia incontrava come se niente fosse successo i ragazzi che l’hanno violentata"
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"La Federscherma non ha mosso un dito e anche la giustizia italiana mi ha delusa, non ha protetto la mia bambina". Lo dice la madre della schermitrice minorenne che, la sera tra il 4 e il 5 agosto, ubriaca e con tracce di cannabinoidi nel sangue, sarebbe stata abusata dentro la camera di Emanuele Nardella, quando era incosciente. Secondo lei, l'Italia ha abbandonato una diciassettenne dopo la denuncia di stupro nei confronti di due schermitori, Emanuele Nardella e Lapo Jacopo Pucci, dentro il campus di Chianciano Terme.
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La giovane, al suo risveglio, si è trovata piena di lividi. Nel letto c’erano Nardella e Pucci. Un altro atleta, non coinvolto nell’indagine, stava dormendo nel suo letto. I due sciabolatori sono sotto inchiesta per stupro di gruppo aggravata dalla minore età della vittima. "Sto malissimo, mia figlia è in lacrime giorno e notte, non riesce a smettere di piangere. Ho dovuto portarla da un medico perché sono molto preoccupata per la sua salute. Aveva già minacciato, subito dopo i fatti, di volersi togliere la vita"., rivela la donna a Repubblica.
"Sono venuta a conoscenza di quanto era accaduto a mia figlia il 5 agosto 2023 perché la sua compagna di stanza mi ha chiamata al telefono. Lei era tornata in camera e in preda al panico aveva raccontato alla sua compagna cosa ricordava. Quell’atleta ha subito compreso quello che le era accaduto, le ha detto che secondo lei era stata vittima di abusi. Così le ha consigliato di chiamarmi subito ma forse mia figlia non era in grado. Sono corsa subito da lei, ero nelle vicinanze del campus, e mi ha accompagnata un’altra mia figlia". "Ho trovato un’altra ragazza non la mia bambina, era disperata. Pronta a togliersi la vita", dice ancora.
"Quando sono arrivata al camp International Sabre, a Chianciano Terme, c’erano dei responsabili del campus. La mia prima denuncia è stata proprio lì dentro, a loro. E quei responsabili del campus hanno tempestivamente allontanato dalla struttura i ragazzi che erano coinvolti temendo, secondo me, che potesse uscire la notizia o che venissero arrestati". E ancora: "Sono delusa dal comportamento della Federazione italiana di scherma che non si è mai preoccupata per lei e anche da quello della giustizia italiana che non l’ha protetta come doveva. Abbiamo dovuto denunciare tutto sulla stampa dopo 7 mesi dall’accaduto perché mia figlia incontrava come se niente fosse successo i ragazzi che l’hanno violentata".
"Se li è ritrovati davanti non solo nelle gare ma anche in albergo. Al punto che a mie spese ho dovuto spostarla in un altro hotel per rassicurarla", denuncia la madre della 17enne. "Ritengo che sia vittima di una forma di razzismo perché non è italiana. Come possono accadere queste violenze di genere senza che nessuno faccia nulla a tutela della donna e ancor più verso mia figlia che è ancora una bambina?".