Stringendo il braccio attorno al collo di una persona si riduce l'afflusso di sangue al cervello e, di conseguenza, la sua capacità di movimento
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Il "chokehold" cioè letteralmente "presa per il collo" è una manovra potenzialmente mortale, spesso usata dalle forze dell'ordine per immobilizzare un sospetto. Stringendo infatti il braccio attorno al collo di una persona si riduce l'afflusso di sangue al cervello e, di conseguenza, la sua capacità di movimento. In alcuni casi la presa, se troppo prolungata, può essere mortale.
E' stato infatti a causa di alcuni casi di cronaca che il "chokehold" è diventato "celebre" anche come esempio dell'eccessivo uso della forza da parte della polizia, soprattutto americana. Questa monovra fu infatti, ad esempio, la causa della morte di George Floyd, l'afromaericano ucciso a Minneapolis da un agente di polizia che gli premette con violenza un ginocchio contro il collo per diversi minuti.
Ma il "chokehold" sarebbe anche la causa della morte per esempio di Liliana Resinovich, la donna il cu cadavere fu trovato nel 2022 nei boschi intorno a Trieste. Secondo il medico legale, Resinovich, sarebbe deceduta per una "manovra di afferramento da tergo con incavo dell'avambraccio dell'aggressore che avvolge il collo".
Il potenziale mortale di questa manovra è tale che, dopo i vari casi che hanno visto coinvolti agenti di polizia, prima molte città statunitensi ne hanno vietato l'uso alle forze dell'ordine e poi nel 2022 l'allora presidente Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo per bandire definitivamente questa manovra tra quelle utilizzabili dalle forze dell'ordine.