L'INTERROGATORIO

Claudio Scajola ai pm: "Con la vicenda della casa sono politicamente morto"

L'ex ministro, arrestato per la latitanza di Matacena, incontra i magistrati: "Abbaglio dalle intercettazioni, dovevo parlare più chiaro". Poi la stoccata a Berlusconi: "Mi ha deluso"

12 Giu 2014 - 13:57
 © ansa

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"Se avessi parlato più chiaro non ci sarebbe tutta questa roba qua". Lo ha detto Claudio Scajola ai pm durante l'interrogatorio. L'ex ministro ha anche passato in rassegna i suoi recenti guai: "Sulla vicenda della casa sono politicamente morto, i giornali della mia parte politica mi hanno ammazzato". E ha lanciato una frecciata a Silvio Berlusconi: "Mi ha deluso, non credevo mi escludesse dalla lista per le Europee".

"Il mio linguaggio ha creato solo casino" - "Pensavo - ha spiegato l'ex ministro, arrestato per aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena - di non fare niente di male e quindi non avevo preoccupazione col telefono anche se potevo sospettare che la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, potesse essere controllata. Usavo un linguaggio che ha creato solo casino".

"In questa telefonata io fui molto duro nel dirle quale era secondo me la via che avrebbe dovuto scegliere e cioè il marito sarebbe dovuto venire qua. Avrebbe sofferto ma comunque il marito latitante è peggio che in prigione", ha proseguito.

L'ex ministro ha poi ribadito "di non aver mai fatto affari con nessuno perché non ne sono capace. L'ultima volta che ho comprato una casa ho fatto un casino. E poi vado a fare affari con loro...". "La mia preoccupazione - ha spiegato Scajola - era sempre quella la grandissima difficoltà economica che mi pareva di arguire" avesse Chiara Rizzo. Alla domande dei pm se dal punto di vista economico ci fosse qualcosa altro che lo legasse ai coniugi Matacena, Scajola ha risposto "non ho mai fatto affari con nessuno".

Se il latitante fosse tornato, "lei avrebbe potuto andare a visitarlo una volta la settimana", ha spiegato. "Lei avrebbe potuto cercarsi un lavoro, è una bella donna faceva la modella poteva trovare la possibilità di fare qualcosa. Io l'avrei aiutata come l'ho aiutata facendole dare una collaborazione", ha continuato. "Quello che mi fece scattare e lo feci sempre cercando di capirla, in qualche modo di assecondarla perché capivo che era sola, turbatissima, che si era trovata in un mondo opposto a quello che sapeva. Diventò un po' diverso (l'atteggiamento, ndr) da parte mia dall'episodio scatenante della macchina perché non mi tornava e dicevo non voglio sapere".

Il riferimento è alla Porsche Cayenne che aveva la Rizzo - sulla targa della quale Scajola fece fare accertamenti dalla sua scorta - e che lei, nel suo interrogatorio, ha detto che le era stata regalata da Francesco Caltagirone Bellavista. Scajola poi ha aggiunto, riferendo dei suoi discorsi alla Rizzo: "Non ti voglio chiedere niente sei liberissima. Io ti dico che il modello di vita che devi scegliere può essere questo. Se ti vuoi scegliere un altro motivo di vita devi sapere a cosa vai incontro. A fine gennaio le dico in maniera chiara hai già scelto ed il discorso lo faccio quando ho colto questa vicenda della macchina che mi ha dato la sensazione ..".

Quindi i pm hanno chiesto a Scajola se dall'episodio avesse cominciato ad avere dubbi sulle reali difficoltà economiche della donna. Domanda alla quale Scajola non ha risposto direttamente ma il senso del discorso ha lasciato intendere di sì.

"Sulla casa al Colosseo mi hanno ammazzato" - Durante l'interrogatorio, Scajola è tornato anche sul caso dell'appartamento di Roma, vista Colosseo: "Sulla vicenda sono politicamente morto, per due motivi: uno perché la cosa era eclatante e spaventosa, secondo per la mia verità che è diventata la verità nella motivazione della sentenza di primo grado".

"Mi sono dimesso - ha continuato - dopo avere visto i giornali della mia parte politica che mi hanno ammazzato. Capivo che non ero difeso da nessuno".

"Volevo un posto in lista per le Europee" - "Non credevo, e ho detto la mia delusione nei suoi confronti, che Berlusconi non mi mettesse in una lista di 21 persone dove eri scelto con le preferenze. Claudio Scajola ha commentato così la sua mancata candidatura alle elezioni Europee nel corso dell'interrogatorio davanti ai pm.

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