E' questa la ricostruzione è contenuta nella relazione dei vigili del fuoco, sulla tragedia che ha visto sfortunati protagonisti Morgan Algeri e Tiziana Tozzo
Morgan Algeri e Tiziana Tozzo erano riusciti a uscire dall’abitacolo della Mercedes aprendo la portiera sinistra del veicolo, ma non sono riusciti a risalire verso la superficie, uccisi dalla mancanza di ossigeno, dal freddo o da un’embolia polmonare. E' questa la ricostruzione contenuta nella relazione dei vigili del fuoco, sulla tragedia del lago di Como. A conferma di quello che era già emerso nell’immediatezza, quando i sommozzatori erano riaffiorati dopo aver individuato sul fondale, a 15 metri di profondità nel buio più totale, i due corpi.
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Stando a questi primissimi dettagli, riporta il Giorno, Algeri avrebbe seguito esattamente le indicazioni di ciò che si deve fare per un salvataggio in queste situazioni, così come era stato addestrato a fare: mantenere i finestrini alzati per impedire che l’auto venga invasa da acqua che impedisce di liberarsi attraverso un passaggio stretto, e cercare di aprire una portiera per garantirsi un varco di uscita. Ma a quel punto, è subentrato qualcos’altro, che solo l’autopsia potrà stabilire, per arrivare a definire anche questo aspetto della causa di morte dei due sfortunati giovani.
Nel fascicolo di indagine, come è noto, sono finite anche le dichiarazioni secondo cui il trentottennesi era lamentato di problemi all’accensione dell’auto, non meglio specificati. Si radica sempre di più la convinzione che quel balzo in avanti verso il lago sia stato causato da un evento esclusivamente accidentale, anche se è ancora presto per capire se riconducibile a un problema dell’auto o a un errore umano.