A "Quarta Repubblica" l'intervista all'arcivescovo tedesco
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In attesa del Conclave che inizierà il 7 maggio e porterà all'elezione del successore di Papa Francesco, a "Quarta Repubblica" il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller analizza quali caratteristiche, secondo lui, dovrà avere il prossimo Pontefice e che direzione dovrà prendere la Chiesa.
Il cardinale Gerhard Ludwig Müller è convinto che il prossimo Papa dovrà cercare di mettere assieme tutte le anime presenti all'interno della Chiesa Cattolica, altrimenti potrebbe addirittura esserci il rischio di uno scisma. "I rischi di uno scisma ci sono sempre quando l'ideologia entra all'interno della Chiesa invece dell'unico Vangelo di Gesù Cristo che unisce tutti con la fede", spiega l'arcivescovo e prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede ai microfoni di "Quarta Repubblica". E aggiunge: "Il Papa non deve farsi strumentalizzare da queste controcorrenti della società come le lobby, il gruppo LGBTQ+ e la Massoneria, la Chiesa ha la missione di superare queste tensioni che ci sono nella società civile e non di supportare un gruppo contro l'altro".
Riguardo all'attuale composizione del Conclave, invece, precisa: "Il problema attuale è che tanti cardinali non si conoscono perché non erano concistori, ma solo liturgici. Conosciamo i nomi degli altri, ma sappiamo poco della loro personalità, della loro carriera e del loro orientamento teologico che sono tutte qualità necessarie per Papa che sia pastore della Chiesa Universale". Il cardinale Gerhard Ludwig Müller traccia anche un identikit del candidato ideale come successore di Papa Francesco: "Non deve essere un candidato di compromesso, deve essere un candidato che Dio vuole. Non è un'elezione civile o di un partito politico, il nuovo Pontefice dovrà rappresentare in maniera ottimale il messaggio del cristianesimo, della salvezza universale di Dio in Gesù Cristo". "Il Papa non può essere una star, ma deve rappresentare la fede soprannaturale e deve essere un'autorità morale anche critica nei confronti di tanti politici a livello mondiale. Alcuni di loro, infatti, pensano più al proprio interesse che al bene comune dei popoli", conclude il cardinale tedesco.