Nel 1268 a Viterbo servirono più di due anni per eleggere il nuovo Papa: fu allora che i cardinali, divisi in fazioni e correnti politiche, furono chiusi dentro "a chiave" dai cittadini esasperati
di Giulia BassiLa loggia del Palazzo dei Papi a Viterbo © Ansa
Ora che il Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco si avvicina, aumenta anche la curiosità: quanto tempo servirà per arrivare alla fumata bianca e conoscere il nuovo Pontefice? In molti dicono che basteranno pochi giorni anche se, naturalmente, non vi sono certezze. Fino a quando i cardinali non si metteranno d'accordo il Conclave proseguirà con quattro votazioni al giorno. Ma quanto può durare un Conclave? O meglio: quale è stato il più lungo di sempre?
Il Conclave più lungo nella storia della Chiesa è anche quello da cui ne è derivato il nome. Nel 1268 i cardinali si riunivano al palazzo dei Papi di Viterbo. Quell'anno vi entrarono il 29 novembre e riuscirono a proclamare il nuovo Papa, il successore del defunto Clemente IV, solamente il primo settembre 1271: esattamente due anni e nove mesi dopo, con la Sede che rimase vacante per più di mille giorni.
L'elezione di Gregorio X (al secolo Tedaldo Visconti) dopo quasi tre anni è stata dunque la più tribolata di sempre. I motivi sono da ricercare nelle fortissime divergenze e nelle ingerenze politiche. Tanto che servì la mediazione di Rodolfo d'Asburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero. La durata infinita di quel Conclave, però, non portò solamente all'intervento imperiale ma anche a una sorta di insurrezione popolare.
Alberto di Montebuono, il podestà, e Raniero Gatti, capitano del popolo, diedero voce, e sostanza, all'esasperazione della gente, che non ne poteva più di attendere, senza esito, la nomina del nuovo Pontefice. Fu in quel momento che si decise di rinchiudere, letteralmente, i cardinali all'interno del palazzo dei Papi con l'idea di farli uscire solamente una volta trovato l'accordo.
Detto fatto: i porporati, che erano solamente 19, vennero chiusi "cum clave" (cioè a chiave, dal latino) per evitare contatti e interferenze con l'esterno. Ma per metterli alle strette, e accelerare l'accordo, fu anche scoperchiato il tetto del palazzo pontificio per esporli alle intemperie e fu ridotto loro il vitto.
Da allora è rimasta l'usanza di chiudere a chiave i cardinali (oggi all'interno della Cappella Sistina) fino all'elezione del nuovo Papa. E fu proprio Gregorio X, colui che venne eletto in quei tormentati quasi tre anni, a mettere per iscritto nuove regole: il nuovo Pontefice al Concilio di Lione promulgò la cosiddetta "Ubi Periculum", una costituzione apostolica con nuove norme per l'elezione papale.
Nella costituzione era scritto che i cardinali si sarebbero dovuti riunire entro dieci giorni dalla morte del Papa e che rimanessero segregati fino alla scelta del successore. Dopo i primi tre giorni avrebbero iniziato ad avere un solo pasto al giorno e dopo cinque la riduzione del cibo avrebbe portato a solo pane, vino e acqua.
La "Ubi Periculum" non fu ben vista dai cardinali, al punto che poi Papa Giovanni XXI la revocò. Toccò poi a Celestino V reintrodurla e a Papa Bonifacio VIII inserirla a pieno titolo nel Codice di diritto canonico. Ha subito alcune piccole modifiche ma, di fatto, quella costituzione è la stessa che ancora oggi regola il Conclave.
Che non ha limiti di durata (il limite unico è dato dal tempo impiegato dai cardinali per mettersi d'accordo) e così come è esistito il Conclave più lungo, è esistito anche quello più breve. Avvenne nel 1503: la notte tra il 31 ottobre e il primo novembre bastarono una decina di per eleggere Giulio II come successore di Pio III.