"Pratiche diffuse a tutti i livelli accademici"

Concorsi truccati, Andrea Claudi a Tgcom24: “Se denunci un ‘barone’, ti giochi la carriera”

L’esponente dell’Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani "ADI": "Pratiche diffuse a tutti i livelli accademici, dai concorsi per l’accesso al dottorato, a quelli per diventare professore associato"

di Federica Liparoti
26 Set 2017 - 19:22
 © ipa

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"Non sono sorpreso dalla vicenda di Firenze. Si tratta pratiche diffuse a tutti i livelli accademici, dai concorsi per accedere ai dottorati di ricerca fino a quelli per diventare professori ordinari", spiega Andrea Claudi, responsabile della comunicazione di ADI e dottore di ricerca in Ingegneria Informatica. La vicenda è quella esplosa dei sette docenti in arresto e dei 59 indagati: avrebbero "truccato" il concorso nazionale di abilitazione all’insegnamento del diritto tributario. Le indagini sono partite dalla denuncia di Philip Laroma Jezzi, ricercatore dell'Università di Firenze. E ora le segnalazioni di comportamenti scorretti dei professori e di meccanismi di lottizzazione degli incarichi in università si moltiplicano.

Eppure le denunce sono poche. Perché?
Negli Atenei italiani la precarietà è diffusa. Dai dottorandi ai ricercatori precari, chi denuncia non ha tutele di alcun tipo, è ricattabile. Chi segnala comportamenti irregolari o decide di ricorrere davanti ai Tribunali Amministrativi per vedere riconosciuti i propri diritti si gioca la carriera.

Il sistema di reclutamento dei docenti universitari si presta ad abusi?
Non tutti i professori universitari sono baroni. Ci sono docenti che agiscono con trasparenza e fanno emergere il merito. Ma è il sistema di selezione che non funziona. Per diventare professori universitari è necessaria una valutazione positiva da una commissione, unica a livello nazionale. Ottenuta l’idoneità, ci si deve presentare ai concorsi locali. Se si ritiene di essere stati esclusi ingiustamente, l’unica via è il ricorso al TAR, che è molto costoso e ha tempistiche lunghe. Inoltre, spesso è difficile fornire prove di aver subito un’ingiustizia.

Quali soluzioni?
Oggi chi denuncia è costretto ad abbandonare il mondo universitario. Bisognerebbe introdurre sistemi di whistleblowing, ossia di segnalazione degli abusi che tutelino chi denuncia e non lo costringano a rinunciare al proprio lavoro. Ma il punto cruciale è un altro: la ricerca universitaria è sotto-finanziata. Se i posti sono pochi, le opportunità per i giovani ricercatori diminuiscono e cresce la ricattabilità.

Se la vicenda dei concorsi truccati per accedere all’insegnamento del diritto tributario venisse confermata, vi costituirete parte civile nell’eventuale processo?
Stiamo considerando attentamente quest’opzione. Valuteremo gli sviluppi delle indagini ma se le accuse venissero confermate non lo escludiamo.

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