DATI CONFORTANTI

Coronavirus, 78 i morti: mai così pochi dal 2 marzo | Tirolo: "Troppi positivi lombardi, impossibile riaprire le frontiere"

Sono 397 i nuovi casi registrati in Italia. Calano ancora i ricoveri e le terapie intensive. Sardegna, Calabria, Molise, Basilicata e Provincia autonoma di Bolzano a zero contagi

26 Mag 2020 - 21:36

E' andata bene la riapertura del 4 maggio dopo il lockdown. E' quanto emerge dai dati sul coronavirus, anche se alcune Regioni meritano ancora attenzione. Sono 397 i nuovi casi in Italia, mentre scendono ancora i ricoveri (sotto quota ottomila). Le vittime sono 78, il dato più basso dal 2 marzo. In Lombardia cala il numero degli attualmente positivi: -738 su un totale di 24.447. Ma il Tirolo avverte: "Sono troppi, impossibile riaprire le frontiere".

La situazione è buona in tutta Italia, con Sardegna, Calabria, Molise, Basilicata e Provincia autonoma di Bolzano che si confermano le Regioni più virtuose con zero nuovi
contagiati. Buoni anche i dati della Protezione civile sui malati, con 2.358 unità in meno rispetto a lunedì (in totale 52.942) così come i ricoveri in terapia intensiva (20 in meno). Salgono invece a 144.658 guariti e dimessi (2.677 più di lunedì).

Si dirada il mistero sui dati della Lombardia, soprattutto quelli sui decessi che domenica 25 erano scesi a zero e risaliti a 34 lunedì. Martedì se ne registrano 22. E' anche la Regione che continua a registrare il maggior numero dei casi in Italia: in 24 ore se ne sono registrati 159 in sui 397 a livello nazionale.

"Un meccanismo che si inceppa" - "In realtà è almeno dal 14 marzo che si assiste, anche a livello nazionale, a un calo dei decessi in corrispondenza della domenica", osserva il fisico Giorgio Sestili. Il numero dei decessi, ha spiegato, viene comunicato da ospedali e Asl alle Regioni e poi a Protezione civile e ministero della Salute. "E' un meccanismo che si inceppa la domenica, forse perché c'è meno personale" ed "è così in tutta Italia dall'inizio dell'epidemia, con un picco dei decessi verso il basso quasi tutte le domeniche e la notifica delle morti  giorno dopo". Se nel caso dei tamponi questo rallentamento è più facile da capire, per i decessi l'ipotesi è di un ritardo nelle notifiche: "Non può escludere - ha osservato - che i 34 decessi di lunedì in Lombardia siano avvenuti domenica e comunicati in seguito".

Tirolo: "Riapertura della frontiera con l'Italia? Il problema è la Lombardia" - La riapertura della frontiera tra Italia e Austria dipende dalla situazione coronavirus in Lombardia, "dove i numeri, con 25mila casi, sono ancora elevati". E' quanto dichiara il governatore tirolese Guenther Platter, spiegando: "Evidentemente la Lombardia non può essere isolata e in caso di riapertura dei confini da lì si potrebbe andare direttamente in Tirolo. Questo è un problema". Platter ha poi chiarito: "Il 15 giugno sarà un giorno decisivo".

Piemonte e Liguria osservati speciali - Si guarda con attenzione anche al Piemonte, seconda Regione con più casi dopo la Lombardia e in cui nell'ultima settimana si è vista una riduzione costante fino ai 48 di lunedì, martedì risaliti a 86. Il numero dei contagi sta subendo delle oscillazioni anche in Liguria, dove i casi avevano toccato il minimo lunedì con 17, mentre martedì sono risaliti di 53 unità.

"I dati sono la punta di un iceberg" - Complessivamente i contagiati in Italia sono 230.555: un numero che il presidente dell'Accademia dei Lincei, il fisico Giorgio Parisi, ha definito "la punta di un iceberg" nell'audizione davanti alla Commissione Igiene e Sanità del Senato. "Il numero vero è più alto", ha osservato, e "le stime vanno dal mezzo milione a cinque milioni. Vediamo quindi la punta di un iceberg, ma non vediamo l'iceberg sommerso".

In attesa dei dati sul 18 maggio - I dati comunicati dalla Protezione civile si basano infatti sui tamponi effettuati a chi ha sintomi gravi, ma considerando l'andamento complessivo della curva epidemica che descrivono si può dire che "questa prima foto della riapertura del 4 maggio è andata bene: non c'è stata una ripresa dei contagi in nessuna Regione - ha detto Sestili - e i piccoli focolai sono isolati e gestiti molto bene". Ora non resta che attendere i risultati che descrivono quanto è successo dopo la riapertura del 18 maggio. "Li conosceremo - ha concluso Sestili - soltanto fra due settimane. Vedremo".

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