il foto-racconto

Coronavirus, due mesi di lotta: le immagini simbolo e i fatti principali

Ecco la cronaca sull'epidemia raccontata attraverso gli scatti: dalla scoperta del "paziente 1" alle misure di contenimento del governo

20 Apr 2020 - 14:26
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© Ansa  | Il 21 febbraio viene "blindato" l'ospedale di Codogno dopo la scoperta del "paziente 1". Mattia, 38 anni, il 16 febbraio era stato nel nosocomio per una lieve polmonite ed era stato dimesso. Il 19 il peggioramento, il ricovero e il tampone, risultato positivo.
© Ansa  | Il 21 febbraio viene "blindato" l'ospedale di Codogno dopo la scoperta del "paziente 1". Mattia, 38 anni, il 16 febbraio era stato nel nosocomio per una lieve polmonite ed era stato dimesso. Il 19 il peggioramento, il ricovero e il tampone, risultato positivo.
© Ansa  | Il 21 febbraio viene "blindato" l'ospedale di Codogno dopo la scoperta del "paziente 1". Mattia, 38 anni, il 16 febbraio era stato nel nosocomio per una lieve polmonite ed era stato dimesso. Il 19 il peggioramento, il ricovero e il tampone, risultato positivo.

© Ansa | Il 21 febbraio viene "blindato" l'ospedale di Codogno dopo la scoperta del "paziente 1". Mattia, 38 anni, il 16 febbraio era stato nel nosocomio per una lieve polmonite ed era stato dimesso. Il 19 il peggioramento, il ricovero e il tampone, risultato positivo.

© Ansa | Il 21 febbraio viene "blindato" l'ospedale di Codogno dopo la scoperta del "paziente 1". Mattia, 38 anni, il 16 febbraio era stato nel nosocomio per una lieve polmonite ed era stato dimesso. Il 19 il peggioramento, il ricovero e il tampone, risultato positivo.

Dalla scoperta del "paziente 1" di Codogno a oggi, 20 aprile, sono passati due mesi. E' da quel giorno che l'Italia lotta contro il coronavirus. Ecco le immagini simbolo e i fatti principali che hanno riempito le cronache segnate dalle misure di contenimento del governo, dallo sforzo dei medici e degli infermieri impegnati in prima linea, dalle fughe degli italiani dal Nord al Sud, dal collasso degli obitori a Piacenza e a Milano, dalle bare trasportate dall'esercito da Bergamo in altre Regioni. Ma anche da tanta solidarietà e momenti di commozione e speranza.

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