INQUINANTI E INFEZIONE

Coronavirus, gli esperti: "Smog e polveri hanno favorito il contagio"

Uno studio della Società italiana di medicina ambientale rivela una stretta relazione tra le alte concentrazioni di inquinanti nella Pianura Padana a febbraio e l'elevato numero di casi

17 Mar 2020 - 16:40
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A tre settimane dall'inizio dell'epidemia da coronavirus in Italia Lombardia, Emilia Romagna e Veneto restano le regioni più colpite d'Italia. Proprio i territori della Pianura Padana. E infatti gli esperti ci dicono che le  alte concentrazioni di polveri sottili a fine febbraio nell'area hanno accelerato in maniera anomala la diffusione della malattia, che ha probabilmente trovato terreno particolarmente fertiie nella zona più inquinata del nostro Paese. 

Lo studio - A rivelarlo, scrive Adnkronos, è la Società italiana di medicina ambientale, che ha effettuato uno studio sul contagio con la collaborazione delle Università di Bari e Bologna esaminando i dati pubblicati sui siti delle Agenzie regionali per la protezione ambientale incrociandoli con i numeri dei positivi registrati dalla Protezione civile. 

Picco di inquinamento a febbraio - E' emerso che c'è una relazione tra le concentrazioni di Pm10, che hanno superato i limiti di legge tra il 10 e il 29 febbraio, e il numero di casi di Covid-19 aggiornati al 3 marzo: il termine è stato scelto considerando un ritardo nel contagio rispetto al picco di polveri di circa 14 giorni, il temo di incubazione del virus. Secondo la ricerca, ci sono state accelerazioni anomale nell'infezione proprio nelle due settimane successive al picco di inquinamento. 

Polveri e virus - "Le polveri stanno veicolando il virus - afferma Gianluigi de Gennaro, dell'Università di Bari -. Creano autostrade per i contagi. Per combattere la malattia possono essere quindi strade percorribili la riduzione delle emissioni inquinanti al minimo, sperando in una meteorologia favorevole". 

Smog in calo - D'altra parte, proprio le misure drastiche di contenimento del contagio messe in atto dal governo (locali e negozi chiusi, smart working, uscire di casa solo in caso di stretta necessità) hanno drasticamente ridotto le emissioni inquinanti, tanto che le rilevazioni hanno evidenziato un'aria molto più pulita del solito nel cielo di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. 

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