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Diminuiscono i nuovi contagi, ma aumentano i morti: sono 636. Il governo comincia ad affrontare il nodo di come ripartire dopo un mese di lockdown. Monito del Comitato tecnico scientifico: "Non abbassare la guardia"
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Sono 93.187 i malati di coronavirus in Italia, con un incremento di 1.941 (domenica erano 2.972 in più). Le vittime sono 16.523, 636 in più (domenica erano 525 in più). Sono 22.837 i guariti, 1.022 in più (rispetto a 819 in più). I ricoveri calano del 90% in una settimana e il governo comincia ad affrontare concretamente il nodo di come ripartire dopo un mese di lockdown.
Fase 2 solo se continua il trend attuale Il primo step della fase 2 è il vertice convocato dal premier Giuseppe Conte con alcuni ministri e il Comitato tecnico scientifico. Un appuntamento cruciale per avere quelle indicazioni che poi la politica dovrà tradurre in misure concrete. I numeri - se si manterranno nel trend attuale - dicono infatti due cose: la prima è che il contenimento tiene, con la diffusione del virus che sembra anzi rallentare.
Calano ancora i ricoveri in terapia intensiva I dati positivi sono da rintracciare nel calo, per il terzo giorno consecutivo, dei malati ricoverati in terapia intensiva - oggi sono 79 in meno - e nel drastico calo dei nuovi ricoveri nell'ultima settimana. Una "frenata brusca" la definisce il primario di pneumologia del Gemelli e membro del Comitato tecnico scientifico Luca Richeldi, elencando i dati: "Dal 30 marzo al 6 aprile c'è stato un -90% di nuovi ricoverati, siamo passati da 409 a 27. Per le terapie intensive, invece, il saldo il 30 marzo era positivo, +75, e oggi è di -79".
Ma aumentano i morti e i contagi L'altro elemento di cui dovrà tener conto il premier è che a questi numeri se ne aggiungono altri, che non consentono ancora di poter riaprire il Paese. Quasi 2mila nuovi positivi (con un incremento del 2,1% rispetto a domenica che porta il totale a 93.187) e 636 morti nelle ultime 24 ore dicono infatti che bisogna muoversi con molta prudenza.
Lento ma costante miglioramento in Lombardia In Lombardia le persone positive sono in tutto 51.532 con una crescita nelle ultime 24 ore di 1.079 casi (di cui 112 a Milano). I deceduti sono 297 in più (nel complesso sono 9.202 le vittime da inizio emergenza). "Situazione in lento ma costante miglioramento", ha detto l'assessore al Welfare della Regione, Giulio Gallera.
Non è ancora il momento di abbassare la guardia "I dati che vediamo sono meno allarmanti e l'andamento che vediamo ci deve essere di conforto - conferma Richeldi - ma non ci deve far ridurre il livello di allarme" anche perché "i risultati delle misure di contenimento e dei nostri sforzi sono sotto gli occhi di tutti".
Verso riaperture parziali, ma normalità ancora lontana Ad una settimana dalla scadenza delle misure prevista per il 13 aprile, si va dunque verso piccole riaperture parziali, non certo verso un ritorno all'Italia pre-coronavirus. Ma con quali modalità? L'Oms ha fatto sapere che fornirà nei prossimi giorni "parametri precisi" per la fase 2 e l'indicazione che arriva dal Comitato tecnico scientifico è chiara: bisogna contemperare l'esigenza di continuare a contenere il virus con quella di ridare un minimo di respiro ad un'economia che rischia il default.
Conte dovrà trovare il "punto di equilibrio" E spetterà a Conte e al governo trovare il "punto di equilibrio" coinvolgendo, come è già successo per i decreti precedenti, le Regioni e anche l'opposizione. In concreto, è molto probabile che a partire dal martedì subito dopo Pasquetta, si proceder per step.
Test sierologici per "mappare" gli immunizzati Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, ha già fatto sapere che serviranno ancora "pochi giorni" per validare i test sierologici da utilizzare su larga scala, uno strumento che consentirà di "mappare" gli immunizzati, dunque chi in teoria puo' tornare ad uscire senza essere un pericolo per sé e per gli altri.
Mascherine obbligatorie nei luoghi pubblici E' probabile inoltre che si procederà ad individuare altri due criteri per decidere dove consentire qualche riapertura: quello delle aree geografiche, privilegiando quelle a minor diffusione, e quello dell'età, ovviamente proteggendo e tenendo a casa gli anziani e le persone più fragili. Scontato, inoltre, l'utilizzo di mascherine nei luoghi - a partire da quelli di lavoro - dove non sarà possibile mantenere il distanziamento sociale.
Controlli rigidi in vista del 25 aprile e 1 maggio Quel che è già certo è che, anche in caso di riaperture, ci saranno misure rigide e controlli in prossimità dei ponti del 25 aprile e del 1 maggio, per evitare che migliaia di italiani si riversino nelle strade vanificando tutti gli sforzi e facendo nuovamente impennare la curva dei contagi.