Il 91% cittadini considera utili regole anti-Covid. Alta la fiducia verso il personale medico e paramedico
Il 26 marzo, a Milano, parte il controllo della temperatura nei supermercati. © LaPresse
Un Paese compatto contro il coronavirus nella lotta alla pandemia: è il quadro delineato dall'Istat sulla Fase 1 dell'emergenza, cioè nel periodo dal 5 al 21 aprile. Tre cittadini su quattro hanno usato parole di significato positivo per descrivere il clima familiare vissuto nel periodo di lockdown, mentre nove su dieci hanno riferito di aver usato le mascherine. Gli italiani hanno inoltre riferito di aver lavato le mani in media dodici volte al giorno.
Voto 9 ai medici - Secondo l'Istat, in Italia è alta la fiducia espressa verso il personale medico e paramedico del Servizio sanitario nazionale, premiato con un punteggio medio pari a 9 (in una scala da 0 a 10), e verso la Protezione civile (8,7).
Misure utili e chiare - Il 91,2% dei cittadini ha considerato utili le regole imposte per contrastare l'evoluzione della pandemia e l'89,5% ha percepito come "chiare" le indicazioni su come comportarsi per contenere il contagio.
Clima familiare e coeso - Nonostante le restrizioni, il lockdown è stato vissuto all'insegna della serenità e di un clima familiare coeso e positivo. La forte propensione all'interpretazione positiva dell'esperienza di lockdown è trasversale alle varie fasce di popolazione e all'area geografica.
Mani lavate dodici volte al giorno - Lavarsi spesso le mani è una delle azioni maggiormente raccomandate per prevenire l'infezione. In un giorno medio settimanale, le persone hanno dichiarato di aver lavato le mani in media 11,6 volte (con un valore mediano pari a 8) e di averle pulite con disinfettanti circa cinque volte (con un valore mediano pari a 2). Una quota non indifferente di persone riferisce di aver lavato le mani almeno venti volte nel giorno precedente l'intervista (16,5%). Sempre a distanza di 24 ore dall'intervista, le persone hanno riferito in media di aver pulito o disinfettato circa due volte le superfici della cucina e dei mobili della casa, almeno tre volte nel 27,8% dei casi, con quote più alte tra le donne e tra le persone di 65-74 anni (rispettivamente 35,1% e 36%).
L'utilizzo delle mascherine - L'utilizzo delle mascherine è stato diffuso in modo trasversale in tutta la popolazione, raggiungendo il valore più alto tra le persone di 45-54 anni (94,5%). Relativamente più basso il valore rilevato tra i più anziani (73,5% per over 75). L'uso delle Dpi ha riguardato tutto il territorio, a prescindere dalle condizioni di maggiore o minore rischio di contagio della zona in cui si vive. Dei cinque milioni e mezzo di individui che non hanno usato la mascherina, il 68,6% probabilmente non ne ha avuto bisogno (il 20,4% ne aveva la disponibilità ma non ha avuto bisogno di usarla, il 48,2% non l'ha cercata), mentre il 31,3% riferisce di averla cercata senza trovarla. La percentuale di quanti non hanno trovato le mascherine varia nelle diverse aree del Paese, e' pari al 20,9% nella zona rossa, passa al 30,7% nelle altre aree del Centro Nord e al 40,9% nelle aree del Mezzogiorno. Tali percentuali indicano che nelle zone maggiormente colpite la disponibilità di mascherine sul mercato è stata maggiore.
Il 72% non è uscito di casa durante la giornata - In media il 72% della popolazione maggiorenne non è uscito di casa durante la giornata, mentre il 22,7% è uscito una volta e il 5,2% più volte. Non emergono differenze di genere mentre rispetto all'età: sono stati i 45-64enni a uscire di più (oltre il 35%). Le quote più basse si rilevano invece tra i giovani di 18-24 anni (19,6%) e tra gli anziani di 75 anni e più (10,1%). Secondo l'indagine "anche il mantenimento della distanza obbligatoria da persone esterne alla propria famiglia è stata una delle indicazioni per il contenimento del contagio molto rispettata: la maggior parte delle persone dichiara di essere riuscita sempre a osservare tale norma (92,4%).