Il presidente di Assonat, Luciano Serra, a Tgcom24: "Da lunedì si potrà tornare a fare attività sportiva nelle città, affollandole, ma non sarà ancora possibile farlo in mare in solitudine e in sicurezza"
Il settore nautico protesta per "l'iniquità" del Dpcm sulla Fase 2 che da lunedì consentirà ai cittadini di svolgere attività all'aperto dimenticandosi però di velisti, pescatori sportivi e di chi vive il mare in sicurezza. A darne voce è il presidente dell'Assonat, Luciano Serra, che a Tgcom24 afferma: "Aspettavamo questo documento con ansia pensando di poter tornare a praticare le attività più semplici che ci consentono di vivere la natura. Da lunedì è stata data la possibilità di farlo ai cittadini andando in bicicletta, facendo passeggiate, facendo sport individuali. Ma ci siamo dimenticati di un settore importante quello della nautica".
Serra spiega: "L'associazione tutela il 70% della portualità Italiana e io mi devo impegnare come responsabile di questo settore, un grande contenitore anche di tutti i fruitori sportivi che utilizzano le sedi portuali, per impedire questa ingiustizia".
In una penisola con 8000 kilometri di coste la nautica rappresenta un volano importante della nostra economia. Secondo il presidente dell'Associazione Nazionale Approdi e porti Turistici "è stata commessa una discriminazione assurda quanto ingiusta. L'italia - dice - vive di turismo e di mare e l'acqua è un distanziatore sociale naturale, un toccasana per la salute".
Serra infine invita il presidente del Consiglio Conte a fare una riflessione: "Le sembra più sicuro andare in bicicletta o far svolgere attività sportiva in città o in mare? La risposta mi pare chiara, lampante, in mare per la sua vastità, per la sua bellezza e per lo iodio che possiamo respirare in maniera totale e in tranquillità", conclude.