I cali più significativi, registrati nel biennio 2022-2023, riguardano i settori lavoro, uffici pubblici, sanità e giustizia
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Risultano in calo le richieste di denaro o altro in cambio di agevolazioni, beni o servizi. È quanto emerge dal report dell'Istat sulla corruzione in Italia nel biennio 2022-2023. Nell'indagine, in particolare, si riscontra una diminuzione dal 2,7% all'1,3% delle richieste ricevute rispetto all'edizione del 2015-2016. I cali più significativi riguardano i settori lavoro, uffici pubblici, sanità e giustizia.
Tra le famiglie che si sono rivolte alla sanità nel corso della loro vita (21milioni e 950mila), l'1,3% (circa 295mila) ha ricevuto richieste di denaro, regali o altro per ottenere o velocizzare il servizio o per ricevere assistenza. In ambito lavorativo la medesima situazione si è presentata allo 0,8% delle famiglie (circa 179mila), Per essere agevolati nel settore dell'istruzione, lo stesso è capitato allo 0,7% delle famiglie (circa 164mila), mentre una percentuale più bassa riguarda l'ambito delle public utilities. È pari allo 0,4% (circa 87mila) la quota di famiglie che al momento della domanda di allacci, volture o riparazioni per l'energia elettrica, il gas, l'acqua o il telefono ha avuto richieste di pagamenti in qualsiasi forma per ottenere o velocizzare i servizi. Il 2% (circa 427mila famiglie) ha ricevuto poi richieste di denaro o regali rivolgendosi a uffici pubblici.
Nel settore della giustizia, il 4,8% delle famiglie (circa 175mila su 3milioni e 643mila) ha avuto una richiesta di denaro, regali o favori da parte di un giudice, un pubblico ministero, un cancelliere, un avvocato, un testimone o altri. In particolare, il 2,9% ha avuto simili richieste in occasioni di cause di tipo amministrativo e l'1,8% per cause civili. Per i benefici assistenziali, in caso di domanda di contributi, sussidi, alloggi sociali o popolari, pensioni di invalidità, la richiesta di denaro, favori o regali ha coinvolto il 2,7% delle famiglie (62mila su circa 2 milioni 335mila). Mentre è lo 0,4% delle famiglie che, rivolgendosi alle forze dell'ordine nel corso della vita, ha avuto richieste piu' o meno esplicite di denaro, regali o altro per avere facilitazioni, ottenere ciò di cui avevano bisogno o per avere un occhio di riguardo (circa 16mila su 4 milioni 426mila).
Secondo l'indagine dell'Istat, la corruzione è più accettata se serve a trovare lavoro a un figlio. In particolare, è ritenuto accettabile che un genitore offra o accetti di pagare per trovare lavoro a un figlio da circa 8milioni e 695mila cittadini. Parliamo del 20,1% dei cittadini di 18-80 anni: per il 7,4% è sempre accettabile, per il 12,7% solo in alcune circostanze. Farsi raccomandare da familiari o amici per essere assunto è invece ritenuto accettabile per il 15,9%. Solo il 4,5% (1milione e 947mila) dei cittadini ritiene infoine accettabile ottenere regali, favori o denaro in cambio del proprio voto alle elezioni.
Nel Codice penale italiano il voto di scambio è classificato fra i reati contro l'ordine pubblico con la denominazione di "scambio elettorale politico-mafioso". Pur con una diversa classificazione giuridica rispetto alla corruzione - che è un reato contro la Pubblica Amministrazione - il voto di scambio ne condivide, per alcuni aspetti, la fenomenologia. In questo caso il pactum sceleris ("patto per il delitto") avviene fra un elettore e un politico, o un suo intermediario, che trasformano in oggetto di scambio quel voto che secondo la nostra Costituzione (art. 48) dovrebbe essere "eguale, libero e segreto". Si stima che a oltre un milione e 166mila cittadini (il 2,7% della popolazione fra i 18 e gli 80 anni) siano stati offerti denaro, favori o regali per avere il loro voto alle elezioni amministrative, politiche o europee. La stessa quota era pari al 3,7% nel 2015-2016. Il voto di scambio è più frequente in caso di elezioni amministrative (1,9% dei cittadini nel 2022-2023) e meno per le elezioni politiche ed europee (0,9%). I picchi più alti sono al Sud (4,2%) e nel Centro (3,6%), sebbene sia proprio il Mezzogiorno a segnalare una forte diminuzione (da 6,7% a 4,2%).