Cosenza, il ritrovamento della piccola Sofia dopo il rapimento lampo
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La donna, col volto coperto parzialmente da una mascherina, spacciandosi per una infermiera aveva prelevato la bambina. Aveva simulato la gravidanza per nove mesi. La mamma della piccola: "Siamo morti e risorti"
È durato poche ore il rapimento di una neonata di un giorno avvenuto a Cosenza. La neonata è stata ritrovata dalla polizia: sono state inoltre fermate le due persone, un uomo e una donna, che avevano prelevato la piccola all'interno della clinica Sacro Cuore, nel centro della città. La bimba sta bene. Il sequestro è avvenuto intorno alle 18:30. La piccola era in una stanza della clinica insieme alla mamma, una casalinga di circa 27 anni, e alla suocera di questa. Nella stanza, secondo la ricostruzione fatta dalla polizia che ha indagato sul sequestro, è entrata una donna, bassa, con il volto parzialmente coperto da una mascherina e i capelli raccolti in treccine che si è presentata come una puericultrice dicendo di dovere portare la bambina dal pediatra. Quindi ha preso la piccola e si è allontanata. La mamma e le nonne della piccola, non vedendola tornare, dopo un po' si sono allarmate ed hanno chiesto informazioni. È così che è stato scoperto il rapimento. I vicini della coppia arrestata: "Sconvolti, la finta mamma mostrava le ecografie".
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A metterlo a segno una coppia, lei 51 anni di Cosenza, Rosa Vespa, lui 43 senegalese, Acqua Moses. La donna, finta infermiera, avrebbe simulato per nove mesi una gravidanza e una settimana prima aveva postato sui social di aver partorito un bambina. Quando le forze dell'ordine hanno rintracciato la piccola, era nei pressi della casa segnalata, che era stata addobbata come per la nascita di un bambino. "Ero con la polizia e la piccola era vestita con abitini da maschietto - ha detto il proprietario della clinica, Saverio Greco, proprietario e responsabile della struttura legale a cui fa capo la struttura -. Poi gli agenti hanno fatto i controlli e fermato i due e poi la bimba è stata portata in ospedale per i controlli di routine".
La bambina sta bene, ha mangiato e sta per essere dimessa dall'ospedale dell'Annunziata di Cosenza, dove era sta portata martedì sera per una serie di controlli. Il padre e la nonna l'andranno a prendere all'Annunziata per portarla a casa dopo aver preso anche la mamma. "I genitori sono stanchi ma felici", ha detto la nonna.
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Felice la mamma della piccola, che su Facebook pubblica una foto della sua bambina con il fratellino e dice: "MI state scrivendo in migliaia, da ogni parte dell'Italia. Vorrei rispondere singolarmente a tutti ma non riesco. Questa è la nostra famiglia che lunedì sera si stava sgretolando in mille pezzi. Le forze dell'ordine hanno fatto un lavoro eccezionale, mentre io avevo perso le speranze un'intera città, anzi Regione, si è bloccata per cercare la nostra bambina. Non penso che riuscirò mai a superare questa cosa, ma il lieto fine è che mia figlia sta bene. Grazie grazie grazie a tutti vorrei abbracciare ogni singola persona. Una mamma e un papà che sono morti e risorti".
Dalle immagini registrate da una telecamera interna della clinica si vede ciò che è successo nel corridoio della struttura. Si vede la donna avvicinarsi ad un ovetto da neonato, raggiunta subito dopo da un uomo con un cappellino in testa. I due cercano di mettere la neonata nell'ovetto ma non riuscendovi si allontanano, lei con la piccola in braccio e lui con l'ovetto in mano. Dopo che è scattato l'allarme sul posto sono immediatamente giunte le volanti della Questura e la Squadra mobile, oltre alla polizia scientifica per i rilievi.
I due sequestratori avrebbero avuto una lite subito dopo il rapimento, secondo quanto si intuisce dai video della videosorveglianza interna alla clinica. L'uomo infatti si è reso conto che la moglie aveva prelevato una bimba e non un maschietto, mentre loro avevano annunciato l'8 gennaio di avere avuto un figlio. Dal video sembra che ci sia un breve scambio concitato di battute tra i due che poi si allontanano, lei con la neonata in braccio e lui con l'ovetto per i neonati.
La vicenda è apparsa subito strana e adesso dovrà essere chiarita dagli investigatori, soprattutto riguardo al movente. La madre della neonata è casalinga e il padre, 29enne, è un dipendente della Conad: i due hanno anche un figlio di 6 anni. Familiari e amici dei genitori subito dopo il sequestro hanno postato sui social la foto della bambina con l'invito a mettersi in contatto in caso di avvistamento. Immediatamente l'allarme è stato girato a tutte le forze dell'ordine.
Posti di blocco sono stati istituiti alle uscite della città, nella convinzione che la coppia si fosse allontanata a bordo di un'auto. Una tensione durata fino a quando una pattuglia della Squadra mobile ha intercettato l'auto con i rapitori e la piccola a bordo, fermandola e mettendo in sicurezza la bambina e bloccando la coppia, segnando così la fine di quello che stava diventando un incubo.
"Il sistema di videosorveglianza della clinica ha funzionato e fortunatamente, grazie alle telecamere, le forze dell'ordine sono riuscite a risalire immediatamente agli autori del terribile gesto". A dirlo è Saverio Greco, proprietario e responsabile della struttura legale del gruppo Greco, titolare della clinica Sacro Cuore di Cosenza dove è avvenuto il sequestro. "Sono stati attimi molto difficili - ha aggiunto - soprattutto per la famiglia, per la mamma. Ringraziamo gli uomini delle forze dell'ordine che sono stati molto efficienti". "La donna - ha detto Greco - è entrata alle 18:09 durante l'orario di visita. Non chiediamo a chi entra i documenti d'identità. Quanto accaduto ci farà ripensare alle misure di ingresso".
"Siamo tutti sconvolti. Nel nostro condomino le famiglie abitano da più di 40 anni e siamo, e non per modo di dire, una famiglia. Rosa è sempre stata una ragazza sana, vivace. Ha trovato l'amore, con questo ragazzo, bravissimo. Un gran lavoratore e molto rispettoso di tutti". A parlare così dei coniugi è un vicino di casa della coppia, che abita nello stesso palazzo a Castrolibero. "Siamo stati tutti felici all'annuncio della gravidanza", ha aggiunto riferendosi alla gravidanza simulata dalla donna per nove mesi. "Nessuno - ha detto - si era insospettito, considerata anche l'età (51 anni, ndr). Sono questioni personali, e se qualcuno può fare dei pensieri su questo, non sono cose che si vanno a chiedere per delicatezza. Rosa fisicamente è sempre abbondante. Poi metteva dei vestiti che in qualche modo mettevano in evidenza la pancia. Per quello che ne so ha sempre mostrato gli esiti delle ecografie, persino la morfologica. Quindi, che sospetti potevamo avere? Che si sappia, lei non ha mai chiesto alla madre o alla sorella di farsi accompagnare in occasione delle visite mediche. Del resto, è stata sempre molto indipendente".
"Poi - racconta ancora il vicino - all'annuncio della nascita, l'8 gennaio, la felicità di tutti. Ma ha chiesto che nessuno andasse in clinica perché, diceva, non facevano entrare perché c'era qualche caso di Covid. Poi è tornata dalla madre, qui, dopo qualche giorno, senza il bambino. Ha detto che lo avevano trattenuto per gli accertamenti. Da qualche giorno si preparava a casa per la festa dell'arrivo di Ansel, aveva preparato le bomboniere, tantissimi dolci, ogni stanza, ogni oggetto addobbati a festa. Ieri ha detto che poteva andare a prendere il bambino in clinica, che glielo avrebbero dato, e che festa poteva essere". "Quello che so - ha concluso il vicino - è che è una famiglia sana, umile, di principi forti. La mamma di Rosa e la sorella Marina sono meravigliose. Quello che ho sentito dalle parole scambiate qui nel palazzo, è che il marito di Rosa, all'arrivo della polizia, sembrava cascare dalle nuvole, sorpreso anche lui come gli altri parenti. No, non so darmi una spiegazione. Quello che so è che qui c'è una famiglia distrutta".