L'Arcivescovo metropolita di Cosenza, monsignor Francesco Nolè, si è detto "sorpreso e amareggiato per quanto sta accadendo". L'uomo avrebbe agito senza consultare i superiori
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Il parroco del santuario "Madonna delle Grazie" di Lago, un centro a poco meno di venti chilometri da Cosenza, si sarebbe appropriato dell’oro della Madonna per venderlo e poter così "sanare i debiti della parrocchia". A denunciare il fatto sono stati gli stessi fedeli, che nelle scorse settimane hanno chiesto di poter parlare con l'Arcivescovo metropolita di Cosenza, monsignor Francesco Nolè, per informarlo. Il parroco, don Giancarlo Gatto, avrebbe venduto i gioielli della Vergine, del valore di 30mila euro, senza informare i suoi superiori ecclesiastici. Il sacerdote, tra l’altro, avrebbe ammesso il fatto, dicendo di essere praticamente stato costretto per sanare la situazione debitoria della parrocchia.
Mons. Nolè, preoccupato per la situazione, ha ricevuto i fedeli che gli avevano rivolto la richiesta d'incontro e si è sentito raccontare lo strano episodio. Attraverso un comunicato diramato dall'Ufficio delle Comunicazioni sociali dell'Arcidiocesi di Cosenza, ha poi esposto la sua posizione in merito. Nolè si è detto "sorpreso e amareggiato per quanto sta accadendo nella comunità di Lago, divisa e provata da alcune decisioni che il parroco avrebbe messo in atto senza consultare i superiori, né chiedere i permessi dovuti alle competenti autorità ecclesiastiche".
Nel comunicato l'Arcivescovo ha poi invitato "tutti ad essere più umili e responsabili per ritrovare le ragioni del dialogo, della tolleranza e del rispetto reciproco, che si sono persi da ambedue le parti. Pertanto, per il momento, invita il parroco ad un atto di umile responsabilità chiedendo pubblicamente scusa alla comunità per avere contribuito, anche se in maniera inconsapevole e superficiale, alla divisione della stessa e alla frattura della comunione, che è il bene supremo e prezioso della vita della Chiesa, e chiede parimenti ai fedeli di non farsi trascinare in facili e deprecabili condanne mediatiche o di piazza". "L'Arcivescovo, che fin dalle prime accuse dei fedeli si è attivato attraverso i suoi collaboratori per accertare la veridicità dei fatti, sta continuando a farlo - si legge ancora - e rassicura tutti che alla fine, in tutta libertà e senza alcuna costrizione dalle parti in causa, prenderà i dovuti ed opportuni provvedimenti canonici. Nel frattempo invita tutti ad abbassare i toni della polemica e delle accuse reciproche per ritrovare insieme la serenità del cuore e della ragione e riprendere il dialogo interrotto, sempre nel rispetto reciproco". Ad ogni modo, la sensazione che si coglie negli ambienti della Curia è che don Giancarlo a Lago non dovrebbe starci ancora per molto.