in vista dell'udienza del 24 febbraio

Cospito, Pg della Cassazione: "41 bis è da revocare"

Novità in vista dell'udienza della Corte sul ricorso del detenuto anarchico in sciopero della fame da quasi quattro mesi

12 Feb 2023 - 20:18

Annullare il 41 bis ad Alfredo Cospito. È la richiesta che la procura generale della Cassazione ha presentato in vista dell'udienza del 24 febbraio. In quella data la Cassazione deve pronunciarsi sul ricorso presentato dalla difesa dell'anarchico, in sciopero della fame da 4 mesi e trasferito sabato in ospedale per l'aggravamento delle sue condizioni, contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma di confermargli il regime del carcere duro.

Cospito, anarchici a Milano: scontri con la polizia

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Pg Cassazione: Cassazione annulli con rinvio ordinanza 41 bis Cospito

  La Cassazione annulli con rinvio per un nuovo esame l'ordinanza del tribunale di sorveglianza di Roma che ha confermato il 41 bis per Alfredo Cospito. È quanto chiede l'avvocato generale della Cassazione, Pietro Gaeta nella requisitoria scritta depositata l'8 febbraio in vista dell'udienza del 24.

"Dimostrare legame attuale anarchici"

 Dalle motivazioni dell'ordinanza del tribunale di sorveglianza di Roma emerge una "carenza di fattualità in ordine ai momenti di collegamento" con gli anarchici, scrive ancora Gaeta. "La verifica su tale punto essenziale non traspare nelle motivazioni del provvedimento" ma è necessaria e non può essere desumibile interamente e unicamente né dal ruolo apicale né dall'essere egli divenuto 'punto di riferimento' dell'anarchismo in ragione dei suoi scritti e delle condanne riportate".

"41 bis serve solo per evitare altri reati"

 Il 41bis non può giustificare la "rarefazione e la compressione di altre libertà inframurarie" se non con l'impedimento di "contatti e collegamenti" che risultino "concretamente" e "specificamente" finalizzati a evitare "ulteriori reati o attività dell'associazione esterna", scrive ancora il Pg della Cassazione, sottolineando che "è necessario che emerga una "base fattuale" sulla base di "elementi immanenti e definiti", cosa che "non è dato riscontrare" nell'ordinanza del tribunale di sorveglianza su Cospito.

Conclusioni opposte rispetto alla procura di Torino

 La procura generale della Cassazione, dunque, è giunta a conclusioni opposte a quelle del procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, irremovibile nel richiedere il 41 bis per Cospito, e più affini a quanto sostenuto dalla Superprocura antiterrorismo che aveva lasciato aperta la possibilità di un "décalage" nelle misure carcerarie per l'anarchico: sarebbe più che sufficiente un trattamento di massima sicurezza, con censura delle comunicazioni.

La difesa cerca uno spiraglio

 All'appuntamento del 24 febbraio in Cassazione sono legate le ultime speranze del legale di Cospito, l'avvocato Flavio Rossi Albertini: se mai la Cassazione dovesse decidere di annullare la scelta del tribunale di Sorveglianza, con rinvio, si aprirebbe uno spiraglio importante. A quel punto, non soltanto Rossi Albertini cercherebbe di ottenere un'udienza urgentissima dal giudice di Sorveglianza di Milano, ma soprattutto potrebbe avanzare una nuova istanza al ministro Nordio affinché riveda la sua decisione.

L'anarchico Alfredo Cospito

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Il parere di Nordio

 C'è però un altro aspetto da tenere in considerazione in vista del 24 febbraio. Il ministro Nordio, nel suo rigetto, aveva segnalato che non "occorre attendere che le condizioni di salute del soggetto ristretto siano irreversibilmente compromesse, sino a giungere per ipotesi a una situazione di oggettiva incompatibilità con la stessa permanenza in carcere". In pratica, il Guardasigilli rimarcava che il giudice di Soveglianza, di fronte a un precipitare delle condizioni di salute del detenuto, dato che a quel punto la restrizione in carcere "si rivelerebbe oggettivamente contraria al senso di umanità", potrebbe di sua iniziativa decidere per un "rinvio della esecuzione della pena". Il che significa aprirgli il portone del carcere e mandarlo in una clinica e poi a casa ai domiciliari.

Il caso Bompressi

 C'è al riguardo un caso famoso: nel 1998 il condannato Ovidio Bompressi, all'ergastolo per l'omicidio del commissario Calabresi, fu inviato ai domiciliari dal tribunale di Sorveglianza in quanto le sue condizioni di salute si erano gravemente compromesse in carcere. Anche Bompressi aveva perso decine di chili in seguito a un fortissimo esaurimento nervoso.

Sospensione sarebbe solo temporanea

 Ovviamente anche nel caso di Cospito sarebbe una sospensione solo temporanea della pena, strettamente legata allo stato di salute. Non appena i medici lo giudicheranno di nuovo in forze, tornerebbe dentro. Proprio perché soluzione-tampone, Cospito la rifiuta e il suo avvocato non intende farvi ricorso. Ma il giudice di Sorveglianza può decidere a prescindere.  

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