Per il naufragio davanti all'isola del Giglio, avvenuto il 12 gennaio del 2012, in cui morirono 32 persone, l'ex comandante è stato condannato a 16 anni di reclusione
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Il tribunale di Sorveglianza di Roma ha rinviato all'8 di aprile l'udienza per la concessione della semilibertà all'ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino. Schettino è stato condannato a 16 anni di reclusione per il naufragio davanti all'isola del Giglio, avvenuto la notte del 12 gennaio del 2012, dove morirono 32 persone e un centinaio di passeggeri rimasero feriti. La condanna divenne definitiva nel 2017 e attualmente, l'ex comandante è detenuto nel carcere romano di Rebibbia.
La vicenda giudiziaria, che ebbe un grandissimo clamore mediatico anche all'estero, comincia proprio a pochi giorni dal disastro, il 16 gennaio, quando Schettino venne arrestato. Il comandante finì prima in carcere e poi ai domiciliari (confermati poi in Cassazione). Il giorno successivo venne poi diffusa la telefonata con il capitano della Capitaneria di Livorno, Gregorio De Falco: l'ordine di quest'ultimo a Schettino, quel "vada a bordo, c....", fece il giro del mondo. Il 5 luglio dello stesso anno vennero revocati i domiciliari per il comandante, per il quale restò però l'obbligo di dimora a Meta di Sorrento. Sul finire dell'anno, il 20 dicembre, si chiusero le indagini: 8 gli indagati, compreso Schettino stesso. Per lui le accuse furono di omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di persone incapaci di provvedere a se stesse, abbandono di nave e omessa comunicazione dell'incidente alle autorità marittime.
Il 22 maggio 2013 il gup rinviò a giudizio Schettino revocando l'obbligo di dimora. A luglio le prime condanne: cinque coimputati patteggiarono pene tra un anno e 6 mesi e due anni e 10 mesi. Il 15 febbraio 2015 arrivò la condanna a 16 anni, confermata poi anche dalla corte d'appello di Firenze. La sentenza divenne definitiva il 12 maggio 2017 in Cassazione.
Schettino si costituì nel carcere di Rebibbia e da allora non fece più trapelare notizie, dichiarazioni o informazioni. Durante la reclusione ha mantenuto una condotta tale che gli ha consentito di usufruire di permessi premio e di un lavoro all'interno del carcere. Dal 2020, inoltre, ha lavorato alla digitalizzazione di alcuni processi. Il legale ha presentato l'istanza per la semilibertà e sono state celebrate, oltre a quella odierna, altre quattro udienze, tutte rinviate per approfondimenti da parte dei giudici.