accolto il ricorso

Covid, Consiglio di Stato: sì cura con l'idrossiclorochina

Accolto il ricorso di alcuni medici di base: sospesa la nota dell'Aifa

11 Dic 2020 - 14:45
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Sì del Consiglio di Stato all'idrossiclorochina per la cura del Covid-19, solo su prescrizione e non rimborsabile. La terza sezione ha infatti accolto, in sede cautelare, il ricorso di un gruppo di medici di base e ha sospeso la nota del 22 luglio 2020 di Aifa che vietava la prescrizione off label, cioè per un uso non previsto dal bugiardino, dell'idrossiclorochina per la lotta al coronavirus.

Le istanze dei medici sull'idrossiclorochina erano state piu' volte portate dall'assessore Icardi all'attenzione della Commissione Salute, con l'audizione dei vertici dell'Aifa per fare chiarezza sull'utilizzo del farmaco. Icardi aveva portato ad esempio l'esperienza del distretto Acqui Ovada, dell'Asl di Alessandria, che dal 18 marzo al 30 aprile aveva preso in carico e seguito a casa, precocemente, attraverso il protocollo "Covi a casa" della dottoressa Paola Varese che prevedeva l'utilizzo dell'idrossiclorochina, 340 pazienti, con una drastica riduzione dei ricoveri, in controtendenza con i dati della stessa provincia, tra le piu' colpite del Piemonte.

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Su 340 pazienti, infatti, si sono avuti 22 ricoveri e 9 decessi, numeri dolorosi, ma nettamente inferiori agli attesi in base ai dati epidemiologici. I dati piemontesi sono stati peraltro confrontati con esperienze di altri medici di Lombardia, Emilia Romagna e Friuli, con una straordinaria concordanza di risultati. "La perdurante incertezza circa l'efficacia terapeutica dell'idrossiclorochina, ammessa dalla stessa Aifa a giustificazione dell'ulteriore valutazione in studi clinici randomizzati - si legge ora nella sentenza del Consiglio di Stato - non e' ragione sufficiente sul piano giuridico a giustificare l'irragionevole sospensione del suo utilizzo sul territorio nazionale da parte dei medici curanti. La scelta se utilizzare o meno il farmaco, in una situazione di dubbio e di contrasto nella comunita' scientifica, sulla base di dati clinici non univoci, circa la sua efficacia nel solo stadio iniziale della malattia, deve essere dunque rimessa all'autonomia decisionale e alla responsabilita' del singolo medico in scienza e coscienza".

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