Anagni, lo stabilimento Catalent dove si infiala il vaccino AstraZeneca
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La von der Leyen rassicura sul fatto che le dosi prodotte nell'Unione saranno destinate alla Ue e che l'azienda anglo-svedese potrà esportare solo se rispetta i patti. Entro fine marzo, intanto, arriveranno in Italia 4,5 milioni di fiale
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"Gli europei si sentono delusi da AstraZeneca e ingannati da alcune case farmaceutiche". Lo ha detto il premier Draghi al vertice Ue. La presidente della Commissione von der Leyen ha sottolineato che l'azienda anglo-svedese "deve rispettare i patti, prima di poter impegnarsi di nuovo nell'esportazione". E "le dosi prodotte nell'Unione saranno destinate alla Ue". Intanto, entro fine marzo arriveranno in Italia 4,5 milioni fiale di vaccini.
L'Ue mobilitata per aumentare produzione e distribuzione dei vaccini "Siamo mobilitati ad aumentare sostanzialmente la produzione e la distribuzione dei vaccini anti-Covid nelle prossime settimane". E' l'annuncio dato dal presidente della Commissione europea, Charles Michel, al termine della videoconferenza dei leader Ue, conclusasi con un giorno di anticipo rispetto al previsto.
Il nodo dell'export dei vaccini Durante il summit, Draghi ha messo con forza sul tavolo di Bruxelles la questione dello stop all'export dei vaccini. Dalla presidente della Commissione è arrivata la conferma che l'Unione continuerà con le esportazioni (tramite Covax), oltre all'invito affinché anche altri Paesi facciano lo stesso.
Decisivo l'asse con gli Usa "L'Ue e gli Stati Uniti sono entrambi grandi produttori di vaccini e abbiamo concordato che abbiamo un forte interesse a lavorare assieme per fare in modo che le catene di approvvigionamento funzionino e per prepararci alle prossime sfide a venire di questa pandemia in un'era di pandemie", ha dichiarato la von der Leyen. Il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton, e la sua task force per la produzione di vaccini sono in contatto con le autorità Usa per garantire l'approvvigionamento.
La futura ripartenza: "Non fare errori"Intanto, bisogna già porre le basi per la futura ripartenza. Ecco perché Draghi nella riunione dei Paesi dell'euro sottolinea la necessità di costruire da subito una politica fiscale comune che eviti di fare errori nella ripresa post pandemia e rilanciare progetti come quello di un titolo comune europeo. Non si può restare inermi, ha detto Draghi ai leader europei riuniti al tavolo del Consiglio Ue.
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L' "inganno" di alcune case farmaceutiche Non si può stare fermi innanzitutto di fronte a violazioni contrattuali che mettono a serio rischio la campagna vaccinale del Vecchio Continente: i cittadini, ha affermato ponendo una questione tutta politica, si sentono "ingannati" da alcune case farmaceutiche. Non ritiene giusto, ha chiesto Draghi alla von der Leyen dopo aver ripercorso la vicenda delle dosi ritrovare ad Anagni, far sì che i vaccini di AstraZeneca localizzati in Belgio, dove c'è un centro di smistamento, o in Olanda, in stabilimenti come quello per la produzione di Halix, restino in Ue, almeno in parte? "Saranno destinate alla Ue", lo ha rassicurato la presidente della commissione Ue.
Lo storico intervento di Biden al vertice Ue Draghi, in sintonia con Angela Merkel, sta lavorando anche per verificare quali margini ci siano per costruire un asse con gli Stati Uniti di Joe Biden, proprio sui vaccini. Il presidente americano si è collegato al vertice europeo per dare, con la sua presenza, innanzitutto un segnale geopolitico di vicinanza all'Ue, dopo gli anni di Trump. Ma è ai risvolti pratici del cambio di passo americano, che si guarda a Palazzo Chigi, come nelle altre cancellerie europee.
Tra le ipotesi la concessione dei brevetti Due i piani possibili di trattativa, quello della concessione dei brevetti per la produzione in Europa e quello di un aumento dell'export da parte delle aziende di Big Pharma, in particolare di Johnson&Johnson, per quanto compatibile con la campagna vaccinale americana. Il canale 'americano' di sicuro è aperto: i vaccini sarebbero stati anche tra i temi del colloquio di martedì tra il ministro degli Esteri,, Luigi Di Maio, e il segretario di Stato americano, Tony Blinken.
Draghi: "Piena condivisione proposta Ue certificato verde digitale" Il premier Draghi, durante la sessione di lavoro del Consiglio europeo sul Covid-19, ha pienamente condiviso la proposta della Commissione europea di introdurre un certificato verde digitale, invitando anche ad approfondire alcuni possibili ostacoli all'esecuzione del progetto. "Gli Stati membri avranno bisogno di tutto l'aiuto che la Commissione può dare", ha ricordato Draghi, "perché avere piattaforme nazionali e renderle interoperabili non è un risultato banale". Draghi ha anche invitato i leader a riflettere su come affrontare i possibili rischi di discriminazione tra persone causati dall'introduzione del certificato.
Confronto sulla campagna vaccinale tra governo e Regioni La richiesta di un confronto urgente con Draghi sulla campagna vaccinale, per un "cambiamento di passo", che però va fatto "insieme al governo". I presidenti di Regione chiedono un chiarimento dopo la strigliata del premier, che in Parlamento mercoledì aveva parlato di differenze tra le Regioni nella somministrazioni delle dosi "difficili da accettare", con alcune che "trascurano i loro anziani" in favore di gruppi con potere contrattuale.
In arrivo in Italia 4,5 milioni di dosi entro fine marzo Intanto il piano vaccinale prosegue, con l'invio nei territori delle prime task force del commissario Covid, Francesco Figliuolo, e l'arrivo di altri 4 milioni e mezzo di dosi (tra Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca) entro fine marzo: si tratterebbe del maggiore incremento settimanale di fiale finora. All'indomani del nuovo record di somministrazioni - 230mila in un giorno - che sigilla la crescita del trend delle somministrazioni, viene trovata la quadra sulla versione definitiva del documento delle "linee di indirizzo organizzativo e strutturale dei punti vaccinali territoriali straordinari".
Nei grandi centri 800 vaccinati al giorno Nel documento è scomparso il riferimento ai minuti necessari per la somministrazione (nella precedente bozza era di 10 minuti, esclusa la fase di osservazione). Cancellati dalle linee anche i punti vaccinali medi, piccoli e mobili, restano solo quelli definiti "di medie/grandi dimensioni", che saranno in grado di vaccinare 800 persone al giorno: eliminata la voce sugli orari di apertura (erano fissati a 12 ore per i punti medi e grandi) e viene citata solo l'espressione "800 vaccinazioni/die".