dopo tre anni

Covid, Gimbe: "Sospeso il monitoraggio settimanale, impatto sempre minore"

I dati saranno visibili sul sito. Tra i motivi citati ci sono "la progressiva riduzione della circolazione virale,  il sostanziale immobilismo della campagna vaccinale e l'assenza di nuove varianti di preoccupazione"

20 Mar 2023 - 10:52
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Il report sul Covid realizzato dalla Fondazione Gimbe verrà sospeso. La decisione è stata presa dopo tre anni di monitoraggi settimanali sulla situazione epidemiologica. Lo ha riferito il presidente Nino Cartabellotta. I motivi citati sono "la progressiva riduzione della circolazione virale da dicembre 2022, l'impatto sempre minore su ospedalizzazioni e decessi, il sostanziale immobilismo della campagna vaccinale sui richiami e l'assenza di nuove varianti di preoccupazione".

Due su tre senza quarta dose - Secondo il report della Fondazione Gimbe relativo alla settimana tra il 10 e il 16 marzo due persone su tre non hanno la copertura vaccinale della quarta dose contro il Covid. La platea per il secondo richiamo (quarta dose), aggiornata al 17 settembre 2022, è di 19,1 milioni di persone: di queste, 12,2 milioni possono riceverlo subito, un milione non possono riceverlo nell'immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 6 milioni l'hanno già ricevuto. Al 17 marzo sono state somministrate 5.984.294 quarte dosi, con una media mobile di 876 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 961 della scorsa settimana (-8,8%). In base alla platea ufficiale (n. 19.119.772 di cui 13.060.462 over 60, 3.990.080 fragili e immunocompromessi, 1.748.256 di personale sanitario e 320.974 ospiti delle Rsa che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 31,3%, ovvero sono scoperte più di due persone su tre, con nette differenze regionali: dal 14% della Calabria al 45,3% del Piemonte.

Meno di 500mila quinte dosi di vaccino in 5 mesi -  Prosegue inesorabile il crollo delle vaccinazioni: meno di 500 mila somministrazioni in
5 mesi per il terzo richiamo (quinta dose) per una copertura ferma al 15,7%. Nel dettaglio, per la quinta dose, la platea aggiornata al 20
gennaio 2023, è di 3,1 milioni di persone: di queste, 2,4 milioni possono riceverlo subito, 0,2 milioni non sono eleggibili nell'immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 0,5 milioni l'hanno già ricevuto. Dopo cinque mesi dall'avvio della campagna, al 17 marzo sono state somministrate 495.567 quinte dosi, con una media mobile di 746 somministrazioni al giorno, in aumento rispetto alle 735 della scorsa settimana (+1,5%). In base alla platea ufficiale (3.146.516 di cui 2.298.047 over 60, 731.224 fragili e immunocompromessi, 117.245 ospiti delle Rsa che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quinte dosi è del 15,7% con nette differenze regionali: dal 6% della Campania al 29,9% del Piemonte.
  

Fotogallery - Covid, a Bergamo il ricordo delle vittime

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Meno 7,9% di ricoveri ordinari, invariate le intensive -  Continua il calo dei ricoveri da Covid nei reparti ordinari: nell'ultima settimana la diminuzione è stata del 7,9%. "Sul fonte degli ospedali - afferma Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe - prosegue il calo dei ricoveri in area medica (-7,9%) mentre sono stabili quelli in terapia intensiva (0%)". In termini assoluti, i posti letto Covid occupati in area critica, raggiunto il massimo di 148 il 28 febbraio, restano fermi a quota 104 il 16 marzo; in area medica, raggiunto il massimo di 3.331 il 23 febbraio, sono scesi a 2.727 il 16 marzo. Al 16 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti covid è del 4,3% in area medica (dall'1,8% della Basilicata al 10,1% dell'Umbria) e dell'1% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Marche, Provincia Autonoma di Bolzano e Valle d'Aosta al 2,8% dell'Emilia Romagna). "Stabili gli ingressi giornalieri in terapia intensiva".

I dati sul web - "Confidando di avere reso un servizio utile al Paese, continueremo ad aggiornare i dati della pandemia e della campagna
vaccinale sul nostro sito web", conclude Cartabellotta.
 

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