L'Authority ritiene che il trattamento dei dati sull'immunizzazione debba essere l'oggetto di una norma di legge nazionale
Il Garante della Privacy frena sull'ipotesi del pass vaccinale, una sorta di lasciapassare che potrebbe in futuro servire per accedere a locali o servizi, o per viaggiare liberamente. L'Authority ritiene infatti che il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale dei cittadini per poter entrare, ad esempio, in palestre o aeroporti, stazioni o hotel, debba essere l'oggetto di una norma di legge nazionale.
Protezione dei dati personali - Nel caso si intenda far ricorso alle predette soluzioni - spiega ancora il Garante, che non si riferisce al passaporto vaccinali di cui discute l'Ue, ma di iniziative private o regionali - l'autorità richiama l'attenzione dei decisori pubblici e degli operatori privati italiani sull'obbligo di rispettare la disciplina in materia di protezione dei dati personali.
A rischio le libertà costituzionali - I dati relativi allo stato vaccinale, sottolinea il Garante, sono infatti dati particolarmente delicati e un loro trattamento non corretto può determinare conseguenze gravissime per la vita e i diritti fondamentali delle persone: conseguenze che, nel caso di specie, possono tradursi in discriminazioni, violazioni e compressioni illegittime di libertà costituzionali.
"Serve una legge nazionale" - Il Garante ritiene pertanto che il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale debba essere oggetto di una norma di legge nazionale, conforme ai principi in materia di protezione dei dati personali. E conforme in particolare ai principi di proporzionalità, limitazione delle finalità e di minimizzazione dei dati, in modo da realizzare un equo bilanciamento tra l'interesse pubblico che si intende perseguire e l'interesse individuale alla riservatezza.
"Illegittimi app e pass" - In assenza di tale eventuale base giuridica normativa, è da considerarsi illegittimo l'utilizzo in qualsiasi forma, da parte di soggetti pubblici e di soggetti privati fornitori di servizi destinati al pubblico, di app e pass destinati a distinguere i cittadini vaccinati dai cittadini non vaccinati. La questione sarà oggetto di una prossima segnalazione al Parlamento.