Covid, mascherine Ffp2 in ufficio e smart working per i fragili: ecco le nuove misure fino al 31 ottobre
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Secondo il monitoraggio settimanale, l'indice di trasmissibilità supera la soglia epidemica. Otto Regioni sono a rischio alto, nessuna a rischio basso
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Aumentano ancora l'indice di trasmissibilità e l'incidenza dei casi Covid. Nel periodo 7-20 giugno, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,30 (range 1,06-1,56), in aumento rispetto all'1,07 della settimana precedente e giunto oltre la soglia epidemica. Si registra anche un balzo dell'incidenza settimanale a livello nazionale: 763 ogni 100mila abitanti per il periodo 24-30 giugno, contro il precedente dato di 504 ogni 100mila (17-23 giugno). È quanto emerge dal monitoraggio settimanale di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, secondo cui sono in aumento anche terapie intensive e ricoveri nei reparti ordinari.
Terapie intensive e ricoveri - Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 2,6% (rilevazione giornaliera al 30 giugno) rispetto al 2,2% di una settimana prima (rilevazione al 23 giugno). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale invece al 10,3%, rispetto al 7,9% del periodo precedente.
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Nessuna Regione a rischio basso, per 8 è alto - Anche questa settimana nessuna Regione e Provincia Autonoma è classificata a rischio basso. Tredici territori evidenziano un rischio moderato, mentre scendono da 9 a 8 le Regioni classificate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza. Tre di queste sono ad alta probabilità di progressione. Venti Regioni riportano almeno una singola allerta di resilienza, mentre 8 riportano molteplici allerte di resilienza.
Il 44% dei casi rilevati attraverso la comparsa di sintomi - La percentuale dei casi rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti resta invariata (9%, come per la scorsa settimana). Sostanzialmente stabile anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (44% contro 45%), come anche la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (47% contro 47%).