Cala la variante Alfa, in leggera crescita la Gamma
In Italia al 22 giugno la variante Delta aveva una prevalenza pari al 22,7% ed è stata identificata in 16 tra Regioni e province autonome, con un range tra lo 0 e il 70,6%. Lo stima la nuova indagine rapida condotta dall'Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. "La crescita della prevalenza della variante Delta è un dato atteso, che deve essere monitorato con grande attenzione", ha spiegato il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro.
L'indagine integra le attività di monitoraggio di routine e non contiene quindi tutti i casi di varianti rilevate ma solo quelle relative alla giornata presa in considerazione. Per Brusaferro "è fondamentale continuare il tracciamento sistematico dei casi per individuare i focolai, che in questo momento è reso possibile dalla bassa incidenza, e completare il più velocemente possibile il ciclo vaccinale, dal momento che, come confermato anche ieri dall'Ema, questo garantisce la migliore protezione".
Quanto alla variante Alfa, inizialmente conosciuta come la variante "inglese", al 22 giugno la prevalenza era del 57,8%, in calo rispetto all'88,1% del 18 maggio, con valori oscillanti tra le singole Regioni tra il 16,7% e il 100%. Alla stessa data, la variante cosiddetta Gamma (precedentemente denominata "brasiliana") era all'11,8%. Nella flash survey non è invece stata trovata la variante Kappa, ma diversi casi sono stati segnalati sulla piattaforma integrata che invece raccoglie le analisi giorno per giorno.
Nel contesto italiano "in cui la campagna di vaccinazione non ha ancora raggiunto coperture sufficienti in tutte le fasce di età - si sottolinea nell'indagine rapida - la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante. Mentre la variante Alfa, se pur ancora predominante, vede diminuita la sua stima di prevalenza a livello nazionale, dall'indagine si evince che la variante Gamma ha una prevalenza in leggero aumento rispetto alla precedente indagine e che la variante Delta è in aumento". Rispetto a questo dato, viene precisato, "bisogna però considerare che la prevalenza potrebbe essere sovrastimata a causa della presenza di numerosi focolai (che vengono identificati e quindi indagati in maniera più estesa)" nel Paese.