Gli alunni della scuola dell'infanzia i più penalizzati dall'andamento dei contagi: nella settimana dal 24 al 29 gennaio il 23,5% dei più piccoli è rimasto a casa
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L'81,2% degli studenti italiani ha frequentato la scuola in presenza nell'ultima settimana. È quanto si legge nel monitoraggio fornito dal ministero dell'Istruzione in merito al periodo 24-29 gennaio. Le classi in quarantena sono state il 17,2% del totale mentre l'82,8% è rimasto aperto. I maggiori disagi si sono verificati nella scuola dell'infanzia, dove il 23,5% degli alunni è risultato positivo o in quarantena.
Gli alunni regolarmente in aula sono stati dunque 4.676.728 mentre delle classi in presenza il 14,6% avrebbe svolto lezione in didattica digitale integrata (Ddi). Le classi in Dad e le sezioni in quarantena sono state invece 50.579. Tra le regioni con il maggior numero di alunni in aula ci sono quelle del Sud: la Calabria in testa con il 92,5%, a seguire la Sicilia con l'88,7%, bene anche la Campania e la Basilicata.
Gli alunni maggiormente penalizzati a causa del Covid sono stati i bambini della scuola dell'infanzia, 151.891 di loro erano in isolamento o in quarantena. Hanno messo piede in classe in 494.460.
Alla scuola elementare invece, 1.390.981 sono stati i bambini in presenza, e i positivi o in Dad sono stati 407.810 (il 22,7% del totale). Numeri ancora migliori nelle scuole secondarie dove su 2.791.287 in presenza, il numero degli allievi in Dad o Ddi è stato pari a 525.524 (il 15,8%).
Nel monitoraggio sull'andamento epidemiologico nelle scuole, il campione di riferimento considerato dal ministero dell'Istruzione è pari al 78% delle istituzioni scolastiche statali, ossia 6.360 scuole su 8.157 istituti in totale, nella settimana dal 24 al 29 gennaio.
Il personale scolastico in presenza - Per quanto riguarda i docenti, il 92,1% ha insegnato in presenza, come ha lavorato in presenza il 93,6% del personale Ata. Il ministero fa anche sapere che il 99,2% del personale docente e Ata è vaccinato. I provvedimenti di sospensione dal servizio per chi non ha rispettato l'obbligo di vaccino si estendono all'1% della platea complessiva.