ANCHE IDROSSICLOROCHINA

Covid, Nas oscurano 95 siti web che vendevano farmaci illegalmente

I carabinieri ricordano che la vendita online di farmaci soggetti a obbligo di prescrizione è assolutamente vietata

03 Ago 2021 - 13:13

I carabinieri del Nas hanno oscurato 95 siti web che vendevano e promettevano cure e terapie per il Covid, anche con farmaci acquistabili solo dietro prescrizione medica e in farmacia. Molti dei farmaci contenevano principi attivi soggetti a restrizioni d'uso e specifiche indicazioni d'impiego clinico, come gli antivirali lopinavir/ritonavir, remdesivir e ribavirin, l'antibiotico azitromicina, gli antimalarici clorochina e idrossiclorochina.

I Nas hanno inoltre rimosso dalla "vetrina virtuale" un marketplace per gli utenti italiani con 12 annunci relativi a medicinali con umifenovir, non autorizzato in Europa e privo di evidenze scientifiche di efficacia nel trattamento o prevenzione del Covid, sul farmaco camostat mesilato, non autorizzato in Italia, e l'antivirale oseltamivir.

Salgono, così, a 241 i provvedimenti sinora eseguiti nel 2021 dai Nas (209 dei quali legati all'emergenza Covid), che invitano i cittadini a diffidare delle offerte in rete di medicinali non autorizzati o di dubbia provenienza, e ricordano che la vendita online di farmaci soggetti a obbligo di prescrizione è assolutamente vietata.

Tra i prodotti presenti sui siti oscurati, sono stati rilevati anche farmaci contro la disfunzione erettile, sostanze a effetto dopante (quali il clenbuterolo, broncodilatatore utilizzato nel trattamento dell'asma, e l'antidolorifico tramadolo), prodotti asseritamente a base di sofosbuvir, l'antivirale per la cura dell'epatite C, quetiapina, usato nella terapia dei disturbi psicotici, l'indometacina, antinfiammatorio non steroideo impiegato nelle malattie articolari degenerative, e la ranitidina, utilizzata per la cura dell'ulcera gastrica o del reflusso gastrico.

I Nas hanno inoltre individuato e oscurato un sito che offriva in vendita medicinali a base di misoprostolo e mifepristone, usati nelle interruzioni volontarie di gravidanza, e sei siti che proponevano, tra gli altri, prodotti conacido cianidrico altamente pericolosi per la salute.

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