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Covid, Pfizer: richiamo a 21 giorni | Corsa a "smaltire" Astrazeneca

Nel Lazio dal 17 maggio ok alle somministrazioni per gli over 40 dai medici di base. Il governo alle Regioni: "Restano i colori, ma legati solo all'incidenza"

11 Mag 2021 - 23:13
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Una tempistica precisa per l'inoculazione della seconda dose di Pfizer, che si attenga a quella dei 21 giorni dopo la prima, e una spinta decisiva da imprimere alle somministrazioni del siero di Astrazeneca anche tra gli under 60, affinché siano utilizzate e non restino nei frigoriferi. Continua a rimodularsi la campagna vaccinale nelle varie Regioni: in tante potrebbero rivedere la programmazione delle iniezioni, anche in vista dei nuovi carichi di fiale.

Un arrivo "massiccio" di vaccini - Se a maggio gli slot previsti sfiorano i 17 milioni, a giugno ne saranno stoccati altri 25. Un arrivo "massiccio" di vaccini che potrebbe aumentare i numeri quotidiani delle immunizzazioni, annuncia il commissario per l'emergenza Figliuolo, secondo il quale però il richiamo di Pfizer nella maggior parte dei casi può restare sulla distanza dei 42 giorni.

Il governo alle Regioni: "Restano i colori, ma legati solo all'incidenza" - Basare il nuovo modello di valutazione del rischio contagio sull'incidenza dei casi di Covid, mantenendo l'impostazione a quattro colori, con altrettanti livelli di rischio legati a incidenza, e mantenimento dei tassi di occupazione dei posti letto. Sarebbe questa la proposta del Governo alle Regioni. La zona rossa scatterebbe con oltre 250 contagi su centomila abitanti, arancione tra i 150 e i 250 casi, gialla tra i 50 e 150 casi, bianca fino a 50 a casi. Ma il passaggio in zona rossa avverrebbe anche se il livello di occupazione di area medica ospedaliera e area intensiva arrivasse rispettivamente al 40% e al 30%.

Figliuolo: "Su tempi e inoculazioni fa fede il Cts" - Nell'incontro con le Regioni, Figliuolo ha però anche ribadito che non va fatta nessuna fuga in avanti: fino alla fascia dei 50enni bisogna continuare a somministrare per classi di età decrescenti e di fragili, seguendo la programmazione e i tempi del Piano nazionale. Non sembra ancora il momento quindi per le inoculazioni nelle aziende che - nonostante siano già state sollecitate da più Regioni - non avverranno prima dell'inizio di giugno. "Riguardo alle disposizioni sulle somministrazioni dei vaccini e i tempi per il richiamo, il punto di riferimento sono i pronunciamenti del Cts".

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Aifa: "AstraZeneca più favorevole al crescere dell'età" - La valutazione dell'Agenzia italiana del farmaco rispetto al vaccino di AstraZeneca non è cambiata: "sulla base dei casi osservati, abbiamo detto che il beneficio/rischio per tale vaccino è progressivamente sempre più favorevole al crescere dell'età". Lo ha affermato il presidente della Commissione tecnico scientifica dell'Aifa, Patrizia Popoli, in merito alla richiesta del ministero della Salute al Comitato tecnico scientifico di valutare la possibilità di estendere il siero alla fascia 50-60 anni.

Corsa allo "smaltimento" e l'iniziativa del Lazio - Alcuni territori però puntano a "smaltire" le dosi dei cosiddetti vaccini "a vettore virale" (AstraZeneca o Johnson & Johnson) che dal 17 maggio nel Lazio potranno essere inoculati anche agli ultraquarantenni, ma solo negli studi del proprio medico di base. Nella Regione ci si organizza anche con un "open day" appositamente dedicato.

AstraZeneca per gli under 60 - Resta il nodo sulla possibilità di rendere esplicita la raccomandazione per l'immunizzazione degli under 60 con il siero di Astrazeneca (anche se al momento non è comunque vietato), un invito già arrivato da Figliuolo una settimana fa. Il ministero della Salute aveva chiesto al Cts di valutare questa eventualità. Gli esperti al momento non hanno però formulato alcun parere e hanno chiesto al commissario di avere i dati relativi a quanti sono i soggetti ancora da vaccinare in quella fascia d'età.

I richiami di Pfizer - A cambiare ancora potrebbe essere la data fissata per i richiami di Pfizer, che boccia l'allungamento a cinque settimane della finestra per questo tipo di iniezione e chiede di attenersi a quello che e' emerso dagli studi scientifici che ne hanno permesso l'autorizzazione. La stessa società ha detto che "il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni.

I giorni di attesa tra una dose e l'altra - Dati su un più lungo range di somministrazione al momento non ce ne sono se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno Unito", ma secondo la struttura commissariale, per tutti gli altri è raccomandato lo spostamento a 42 giorni. Al momento il periodo tra i 21 e i 28 giorni di distanza per il richiamo è previsto solo in Valle D'aosta, Abruzzo e Sardegna, fino a 35 giorni per Piemonte, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. In tutte le altre fino a 42 giorni.

L'Ue e AstraZeneca - Intanto spuntano nuove grane sul fronte europeo per Astrazeneca, dopo il mancato rinnovo da parte dell'Ue al vaccino. Bruxelles ha annunciato una nuova azione legale contro la società di Oxford, chiedendo "la consegna entro giugno delle 90 milioni dosi che sarebbero dovute arrivare alla fine del primo trimestre, visto che ne sono state ricevute solo 30 su 120". In ogni caso in Italia le dosi previste per tutto il 2021 restano confermate, comprese quelle del siero anglo-svedese.

Usa, somministrazione sotto i 12 anni - Negli Stati Uniti le vaccinazioni potrebbero riguardare anche i bambini dal prossimo mese, quando potrebbe arrivare l'autorizzazione alla somministrazione sotto i 12 anni di età.

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