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La denuncia dei centri vaccinali di alcune Regioni: "Mancano le siringhe di precisione". Il commissario per l'emergenza: "Falso, ne abbiamo distribuite meno perché ci sono meno vaccini"
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Dopo i ritardi di Pfizer e di AstraZeneca il governo è costretto a rimettere mano al piano vaccini e a rivedere gli obiettivi, con il premier Conte che definisce "inaccettabili" i tagli annunciati. Già lunedì l'esecutivo si muoverà contro Pfizer su tre canali: una diffida per inadempimento e un esposto ai pm per potenziale danno alla salute, e una richiesta al foro di Bruxelles. Duro scontro tra Arcuri e De Luca sulla distribuzione dei vaccini.
L'Ue richiama AstraZeneca Sui ritardi e i tagli anche l'Ue vuole vederci chiaro e ha convocato AstraZeneca lunedì, indicando due obiettivi: avere un programma chiaro che consenta di pianificare le consegne e accelerare la distribuzione.
Centri vaccinali: mancano le siringhe di precisione Ma il governo deve fare i conti anche con altre due problemi sul tavolo: l'allarme che arriva da diversi centri vaccinali regionali, tra cui Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna, sulla mancanza di siringhe di precisione, e la necessità di evitare che le varianti del Covid, da quella inglese a quella sudafricana che preoccupa molto di più, facciano esplodere i contagi anche in Italia come già avvenuto in diversi Paesi europei.
Il commissario Arcuri smentisce: è falso Sul primo punto arriva la smentita di Arcuri: "E' falso", sono state distribuite meno siringhe "per la banale ragione che Pfizer ci ha inviato un numero inferiore di fiale di vaccino".
Varianti, Rezza: innalzare le misure Sul rischio varianti, invece, la questione è più complessa tanto che l'esecutivo, secondo quanto afferma il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, sta valutando la possibilità di un "innalzamento delle misure".
Il piano vaccini, coordinamento permanente governo-Regioni Il governo, con il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, ha convocato le Regioni assieme a Speranza e Arcuri per aggiornare il piano vaccini presentato dal ministro della Salute al Parlamento il 2 dicembre. Le prime dosi di Astrazeneca, se il vaccino avrà il via libera dell'Ema, arriveranno il 15 febbraio, poi ancora il 28 e il 15 marzo. In base al piano inziale, nel primo trimestre del 2021 sarebbero dovute arrivare in Italia 28 milioni e 269mila dosi. Una quantità che, ormai è evidente a tutti, non sarà rispettata: entro la fine di marzo le dosi a disposizione saranno meno di 15 milioni, dunque circa la metà di quanto previsto. Astrazeneca ha infatti confermato la riduzione a causa di un problema alla produzione, un taglio del 60% che, hanno spiegato sia Conte sia Arcuri, per l'Italia significherebbe passare da 8 milioni a 3,4 milioni di dosi. Alle quali si dovrebbero aggiungere gli 8,7 milioni di Pfizer (se l'azienda americana tornerà alle forniture iniziali) e il milione e 300mila di Moderna.
Zaia: ricorrere ai vaccini russo e cinese Una situazione che ha fatto suggerire al governatore del Veneto Zaia, presente all'incontro, che "qualora vi sia un via libera di Ema ai vaccini russo o cinese si possa ricorrere anche a questa soluzione". Si tratta dunque di rivedere gli obiettivi, come conferma il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli: "la riduzione della capacità produttiva di AstraZeneca richiederà la rimodulazione della campagna".
Lite tra il commissario Arcuri e il presidente De Luca L'incontro tra Regioni e governo è stato segnato dall'acceso diverbio tra il commissario per l'emergenza e il presidente della Campania. Vincenzo De Luca ha ribadito quanto già detto venerdì durante la consueta diretta Facebook, ossia che ci sarebbe una "sperequazione" rispetto alla distribuzione dei vaccini previsti dal piano nazionale in Campania. De Luca ha ribadito che la distribuzione andrebbe fatta in base al numero di abitanti della Regione, cosa che al momento non è ancora avvenuta. Considerazione che ha infastidito Domenico Arcuri che si sarebbe adirato replicando in maniera dura. Arcuri ha dunque rimandato al mittente le accuse, anche se pare che i toni siano comunque "restati civili".
Entro marzo si vaccineranno 7 milioni di italiani Si dovrebbe riuscire a centrare l'impegno prioritario, vaccinare entro marzo tutti gli operatori sanitari e sociosanitari, ospiti e personale delle Rsa, over 80 e pazienti fragili, oncologici, cardiologici e ematologici. In tutto quasi 7 milioni di italiani. Ma non le altre categorie: i 13 milioni e 400mila italiani tra i 60 e i 79 anni, i 7 milioni e 400mila con almeno una comorbilità cronica, oltre al personale dei servizi essenziali: insegnanti e personale scolastico, forze di polizia, personale delle carceri e detenuti.
Limiti di età per il vaccino AstraZeneca C'è poi da tener conto anche di un altro elemento. Quando l'Ema darà il via libera al vaccino di AstraZeneca, sottolinea ancora Locatelli, bisognerà vedere "che tipo di approvazione verrà data", se sarà cioè "condizionata a determinati parametri di età piuttosto che di percentuale di copertura vaccinale". In sostanza, se come sembra il vaccino verrà consigliato per la popolazione sotto i 55 anni, l'Italia dovrà individuare nuovi criteri per definire le categorie prioritarie, dando la precedenza ai più giovani.