"Per decidere a chi assegnare un posto in rianimazione sarebbe giusto tener conto anche della vaccinazione". Secondo Mario Riccio, direttore del reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Casalmaggiore, i vaccinati dovrebbero avere priorità nelle cure in caso di carenza di posti letto.
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É giusto che a un no vax, che ha sempre rifiutato l'esistenza del Covid, si assegni un posto letto in rianimazione togliendolo magari a un vaccinato che invece ha fatto di tutto per sopravvivere? Un dilemma etico al quale Mario Riccio, rianimatore ricordato per aver accompagnato verso la fine Welbi nel 2006, da una risposta secca: "Non è giusto". Da qui la proposta sulle pagine del quotidiano La Repubblica di cambiare regole del codice etico.
"Per decidere a chi assegnare un posto in rianimazione sarebbe giusto tener conto anche della vaccinazione". Ne è convinto Mario Riccio, ormai da anni in trincea nella lotta al virus da direttore del reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Casalmaggiore.
Come funziona adesso - "La regola è dare la precedenza a chi ha più probabilità di farcela". Un criterio che secondo Riccio ha del "paradossale" perché significherebbe ad esempio dare la priorità ai pazienti giovani e non vaccinati piuttosto che ai vaccinati con un’età molto avanzata e fattori di rischio importanti. Ecco perché Riccio propone di dotarsi di regole più severe ed efficaci come quelle in uso nelle liste d'attesa per i trapianti, per evitare di premiare chi ha negato la pandemia e poi ha rifiutato pure il vaccino a discapito di chi, invece, ha sempre dimostrato senso civico.
"Oggi di Covid muore solo chi vuole morire" - "la Società italiana di anestesia, il 31 dicembre ha redatto un documento in cui ci chiede di spiegare con ragionevole insistenza e in modo ripetuto l’utilità di alcune cure cui a volte il paziente No Vax si oppone, ad esempio l’intubazione. Avrei preferito l’approccio opposto - spiega Riccio - Ad aspettare, mentre io cerco di insistere in modo ripetuto di fronte a una persona che per un anno non si è voluta vaccinare, c’è magari un altro paziente che invece desidererebbe essere salvato e al quale sto sottraendo un’opportunità di cura".
"Le risorse non sono infinite"- Per il momento la situazione non è grave come nel 2020 ma alcune strutture cominciano ad andare in affanno. "Dovremmo cercare di aiutare di più chi invece vorrebbe vivere - conclude Riccio - Il signor Mauro da Mantova (il radioascoltatore morto dopo aver rifiutato di vaccinarsi e di ammettere l’esistenza del Covid) oggi sarebbe vivo, se solo lo avesse voluto.