Covid, Gimbe: nell'ultima settimana +51,9% di nuovi casi, si inverte la curva delle terapie intensive
© Fondazione Gimbe
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Sette Regioni sono classificate a rischio alto, 14 a rischio moderato. L'occupazione nelle terapie intensive sale a 1,8%, mentre nelle aree mediche aumenta del 2,2%
Nuovo balzo di incidenza e Rt sul fronte della diffusione del Covid. Secondo il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute, l'incidenza settimanale a livello nazionale sale infatti a 441 ogni 100mila abitanti contro 325 ogni 100mila abitanti della scorsa settimana. Netto aumento anche dell'indice di trasmissibilità Rt: nel periodo 14 settembre-27 settembre, l'Rt è stato pari a 1,18 (range 0,98-1,52), in aumento rispetto alla settimana precedente (quando è stato pari a 1) e superiore al valore della soglia epidemica.
Sette Regioni a rischio alto - Secondo il monitoraggio settimanale della Cabina di Regia Ministero della Salute-Istituto superiore di Sanità, sette Regioni e Province Autonome sono classificate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza (erano cinque nel monitoraggio della settimana scorsa). Le restanti 14 sono a rischio moderato. Tutte le Regioni riportano almeno una allerta di resilienza (contro le 14 della settimana scorsa).
Aumentano i ricoveri - Al 6 ottobre il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 1,8%, contro il 1,4% registrato al 29 settembre. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale invece al 8,2%, in aumento del 2,2%.
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Occupazione reparti oltre la soglia d'allerta in 4 Regioni - Questa settimana in 4 Regioni (rispetto alle 3 della scorsa settimana) l'occupazione dei reparti di area medica da parte di pazienti Covid supera la soglia di allerta fissata al 15%. Si tratta di Provincia autonoma di Bolzano (24,6%), Umbria (21,6%), Friuli Venezia Giulia (16,9%), Valle d'Aosta (16,4%) rispetto alla media nazione all'8,2%.
Stabili i casi con sintomi - La percentuale dei casi rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti è stabile rispetto alla settimana precedente (12% contro 11%). Stabile anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (53% vs 54%), come invariata è anche la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (35%).