DOPO LA SEGNALAZIONE DEI NAS

Covid, stop alla vendita delle mascherine U-Mask come dispositivo medico

Il ministero della Saluta evidenzia i "potenziali rischi per la salute". La decisione perché le mascherine erano state certificate da un laboratorio privo di autorizzazione

20 Feb 2021 - 13:17
 © Ufficio stampa

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Il ministero della Salute ha disposto "il divieto di immissione in commercio del dispositivo medico U-Mask Model 2" e il ritiro del prodotto dal mercato. La decisione è stata presa dopo che i Nas di Trento avevano segnalato che le mascherine U-Mask risultavano come dispositivi medici in base a certificazione di un laboratorio "privo di autorizzazione", sottoscritta da un soggetto senza laurea. Il ministero evidenzia i "potenziali rischi per la salute".

A Milano si indaga per frode nell'esercizio del commercio. 

Il caso partito da Striscia la Notizia Il caso è nato dopo la segnalazione della trasmissione "Striscia la Notizia". Il laboratorio sotto accusa si era difeso spiegando di aver "utilizzato un metodo alternativo". I risultati sono stati però messi in dubbio da Accredia, ente italiano di accreditamento.

U-Mask: "Contestiamo il provvedimento del ministero" "Siamo esterrefatti dal provvedimento cautelare annunciato dal ministero della Salute riguardo U-Mask che contestiamo radicalmente". Lo si legge in una nota dell'azienda italiana che produce le mascherine. L'azienda ha annunciato poi: "Ci difenderemo nelle sedi opportune. Lunedì 22 febbraio presenteremo alle Autorità nuove certificazioni di analisi, eseguite da uno dei pochissimi laboratori accreditati Accredia: i risultati dei test confermano una capacità di filtrazione batterica (BFE) in entrambi i sensi superiore al 99%".
   

"Ribadiamo che U-Mask è un prodotto sicuro, non nuoce in alcun modo alla salute e risponde in pieno alle caratteristiche qualitative e alle norme di legge per cui è stata registrata. - si legge sempre nella nota - Difenderemo in ogni sede la qualità dei nostri prodotti, la reputazione e l'operato della nostra azienda, certi delle nostre ragioni e della trasparenza della nostra condotta".
 

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