tempo di decidere

Covid, troppi "no" al vaccino: il governo si divide sull'obbligo per i dipendenti pubblici

Scontro "a distanza" fra la sottosegretaria Zampa e il ministro Dadone. Per la prima il vaccino "deve essere precondizione all'assunzione chi opera nell'ambito della salute", mentre la seconda non condivide l'obbligo per i dipendenti pubblici

28 Dic 2020 - 18:30
1 di 44
© Facebook  | Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova, è stato trai primi a vaccinarsi contro il Covid-19 all'interno della struttura in cui lavora
© Facebook  | Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova, è stato trai primi a vaccinarsi contro il Covid-19 all'interno della struttura in cui lavora
© Facebook  | Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova, è stato trai primi a vaccinarsi contro il Covid-19 all'interno della struttura in cui lavora

© Facebook | Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova, è stato trai primi a vaccinarsi contro il Covid-19 all'interno della struttura in cui lavora

© Facebook | Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova, è stato trai primi a vaccinarsi contro il Covid-19 all'interno della struttura in cui lavora

Anche se inseriti nelle categorie a rischio, quelle alle quali somministrare prima possibile il vaccino, ma molti operatori di Rsa, soprattutto al Nord, non hanno aderito alla campagna anti-Covid. Le loro titubanze e anche il rischio che altri rinuncino, magari tra i dipendenti della sanità pubblica, quando si inizieranno a fissare gli appuntamenti per la somministrazione, hanno fatto ripartire il dibattito sull'obbligo anche all'interno del governo.

La sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, afferma che "per chi opera nell'ambito della salute il vaccino deve essere precondizione all'assunzione". Al ministero risulta che circa il 70% del personale abbia dato la sua adesione alla vaccinazione. Zampa è convinta nella necessità dell'obbligo in questi contesti. "Lo affermo da tempo - dice a La Repubblica -. Chi lavora nel pubblico e a contatto con il pubblico ha una responsabilità maggiore, per questo abbiamo inserito alcune categorie di dipendenti statali tra le prime per le vaccinazioni".

"Non mi riferisco solo al personale sanitario - prosegue - parlo anche degli insegnanti: è una questione di buon senso. Prima della pandemia, abbiamo istituito l'obbligo delle vaccinazioni per i bambini in età scolare, senza le quali non sarebbero appunto stati ammessi a scuola. Non vedo perché non si dovrebbe pensare anche al Covid, soprattutto per gli insegnanti. Nel contratto di lavoro pubblico lo metterei come precondizione per l'assunzione». La sottosegretaria alla Salute dice di essere sicura che i titolari delle Rsa non statali "rifletteranno sull'importanza di garantire la sicurezza ai loro ospiti".

Dadone: "No all'obbligo per i dipendenti pubblici" - Di tutt'altro avviso è il ministro della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone. che replica a Zampa affermando di non essere "una grande appassionata dell'obbligo, soprattutto in campo vaccinale. Credo sia più giusta una forte raccomandazione. In questo momento il governo si è impegnato sul fronte della raccomandazione a un piano vaccinale. Non siamo davanti a dei numeri che ci fanno pensare di dover imporre un obbligo per la vaccinazione".

"Penso - prosegue il ministro - che nel momento in cui una persona si sente sicura della campagna vaccinale che porta avanti lo Stato, la raccomandazione sia il modo migliore per riuscire a raggiungere la cosiddetta immunità di gregge. Aprire ora una discussione sul fatto se porre l'obbligo o no in materia contrattuale come conditio sine qua non per l'assunzione mi sembra di andare un po' oltre la situazione attuale. Il piano c'è, entro metà 2021 contiamo di riuscire a vaccinare metà della popolazione. E' un fatto anche di fiducia reciproca verso lo Stato".

Inchiesta dell'Ordine dei medici di Roma su negazionisti e no vax L'Ordine dei medici di Roma, intanto, ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di 13 camici bianchi no vax o negazionisti. Tra loro c'è chi sostiene che il Covid non esista, chi che sia come un'influenza e che i vaccini in generale non servano a niente. Per una decina dei professionisti nel mirino il procedimento si è già concluso, mentre per altri tre è ancora in corso.

Sileri: "Medici restii al vaccino hanno sbagliato lavoro" Medici e infermieri restii a fare la vaccinazione anti Covid-19 "hanno sbagliato lavoro". E' il pensiero del viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri. "Rimango perplesso quando sento di colleghi medici o infermieri restii a farsi il vaccino. Posso capire - si legge in una nota - il cittadino che magari non ha delle basi scientifiche consolidate e non ha studiato medicina e puo' avere una certa riluttanza a farsi il vaccino, ma penso francamente che quei medici e quegli infermieri, se hanno ancora dei dubbi dopo aver visto cio' che e' accaduto, probabilmente hanno sbagliato lavoro".

In Spagna un "registro" con i dati di chi non si vaccina In Spagna, intanto, il ministro della Salute, Salvador Illa, ha annunciato che il vaccino contro il coronavirus non sarà obbligatorio, ma i dati di chi deciderà di non farlo saranno inseriti in un "registro" che verrà poi condiviso con gli altri Paesi dell'Ue. Illa ha comunque assicurato che il documento "non sarà pubblico" e sarà compilato "nel pieno rispetto della privacy".

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri